LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SUI DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI

– Intervista con il cardinale Lopez Trujillo e con il vescovo Sgreccia –

Si fa sempre più acceso nell’opinione pubblica il dibattito sulla risoluzione del Parlamento europeo, che martedì ha invitato la Commissione delle Comunità europee a presentare un progetto di raccomandazione sull’eguaglianza dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche. Tale raccomandazione, a giudizio dell’Europarlamento, dovrebbe porre fine, tra l’altro, “al divieto per le coppie omosessuali di sposarsi o di beneficiare di disposizioi giuridiche equivalenti; garantire l’insieme dei diritti e dei vantaggi del matrimonio, come pure autorizzare la registrazione delle coppie; ed inoltre, abolire ogni restrizione al diritto delle lesbiche e degli omosessuali di essere genitori ovvero di adottare o allevare figli”.

Fausta Speranza ha chiesto un parere sugli aspetti antropologici e morali di una tale proposta al cardinale L6pez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e al vescovo Sgreccia, vice-presidente dello stesso dicastero. Ecco la risposta del porporato e poi quella del presule:

R – Questo rappresenta veramente una profonda dimenticanza di ciò che è l’uomo, della verità dell’uomo, di come ci sia una dignità dell’amore e un piano e un progetto di Dio per l’umanità, attraverso quella unione di amore, di responsabilità aperta alla vita che è la famiglia. Una cosa è che queste persone, le quali hanno tali atteggiamenti deviati e non assolutamente accettabili dalla morale, debbano essere aiutate e accompagnate per andare verso una conversione, che l’amore di Dio possa anche perdonare e dunque ricostruire un tessuto cosi a rischio. Altra cosa è immaginare che la Chiesa, o che i governanti, o che i legislatori che dovrebbero avere a fondamento una solida antropologia, un rispeetto per la dignità dell’uomo, approvino queste proposte: ciò è veramente qualcosa che lascia una grande perplessità e una profonda delusione.

D – Mons. Sgreccia, qual è l’aspetto in fondo più grave di una proposta come quella dell’Europarlamento?

R – Da un punto di vista bioetico, gli aspetti più gravi di questa risoluzione mi sembrano due. Anzitutto, che si misconosce lo statuto biologico della persona umana. La persona umana è sessuata, complementare nei due sessi – uomo- donna – e su questa complementarietà, trascritta anche nel corpo, si fonda l’apertura alla famiglia. La famiglia, che è un arricchimento dell’individuo, non è un suo depauperamento. Ora, questo statuto antropologico, che è anche biologico, anche corporeo, viene sorpassato e trasgredito da un atto di carattere velleitario: non basta una risoluzione di un Parlamento a cambiare la natura dell’uomo, il corpo dell’uomo, la sessualità bipolare uomo-donna. In secondo luogo, la cosa grave è anche dal punto di vista psicologico, soprattutto in riferimento all’adozione: tutte le scienze psicologiche e pedagogiche dicono che il bambino deve crescere, per seguire uno sviluppo normale, nell’identificazione con la figura maschile e femminile del papà e della mamma. Perfino il freudismo più recentemente introdotto e le scienze psicologiche del profondo affermano questa necessità. Ora, come dare la possibilità di un’adozione là dove manca la bipolarità delle due figure, che si cerca di rimediare per la morte di un genitore con grande fatica? Questi fatti sono da segnalare all’opinione pubblica, perché ci sia una saggia reazione. lo penio che tutto questo non vada contro il rispetto della dignità anche dei singoli, delle singole persone umane, anc~e di quelle che soffrono di questa disarmonia, nella propria affettività. Perché il riconoscimento della dignità dell’individuo, della persona, vuoI dire il rispetto della eguale dignità di tutti, ma anche il riconoscimento della differenza. Come noi dobbiamo riconoscere la differenza che c’è tra un bambino, un anziano e un giovane, così dobbiamo riconoscere la differenza che c’è tra un uomo e una donna. Questo non va contro, ma va a favore del rispetto della uguaglianza. Il principio di uguaglianza comprende e include il riconoscimento della differenza. Cancellare la differenza tra uomo e donna con un atto giuridico è un atto di follia giuridica.