IL SENATO APPROVA LA LEGGE ANTI-CRIMINE DI CLINTON

LEGGE CHE CONTEMPLA L’ESTENSIONE DEI REATI PUNITI CON LA PENA DI MORTE

– Servizio di Fausta Speranza

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Il Senato americano ha varato. con 61 voti a favore e 38 contrari. la legge anti-crimine presentata dal presidente Clintono già approvata domenica scorsa dalla Camera dei rappresentanti e che ora passa alla Casa Bianca per la firma. Sono stanziati fondi per 30 miliardi di dollari in 6 anni. In Particolare, si prevedono ltassunzione di 100mila ufficiali di polizia, la costruzione di nuove carceri. l’attuazione di programmi di prevenzione anti-crimine e anti-droga.

La legge. inoltre, vieta la vendita di 19 tipi di armi semi automatiche. cosiddette da guerra, che finora potevano essere acquistate e possedute senza difficoltà.

Ma il piano anti-crimine prevede anche l’estensione della pena di morte ad altri 60 reati e rende obbligatorio l’ergastolo nel caso di imputati riconosciuti per tre volte colpevoli di delitti contro la persona.

Su quest’ultimo punto, non secondario, ascoltiamo il commento del portavoce della Sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Noury.

R. – Il giudizio di Amnesty International è negativo; negativo perché negli Stati Uniti, da diversi anni a questa parte,  vi è un movimento a favore della pena di morte, che non è un movimento soltanto di opinione pubblica – purtroppo – ma è un movimento politico, di singoli governatori e delle autorità federali. Il presidente Bill Clinton, in campagna elettorale, precedentemente alla sua elezione, aveva dichiarato di essere favorevole alla pena di morte; successivamente. dopo la sua elezione. si è battuto perché l’ampliamento della pena di morte diventasse un atto legislativo. e la realtà oggi è che la pena di morte viene prevista per altri 60 reati con conseguenze facilmente immaginabili in termini di aumento delle esecuzioni. Il tutto si svolge nel contesto statunitense in cui la criminalità è in aumento.
Questo sembra confermare i dati di Amnesty, dati di numerosi studiosi e criminologi statunitensi, secondo i quali la pena di morte non possiede alcun particolare effetto deterrente. Laddove è maggiormente applicata, infatti, è il caso del Texas. spesso coincide con tassi di criminalità particolarmente elevati.

D. – Riccardo Roury, pochi dati per dare un’idea sull’applicazione della pena di morte •••

R. – Negli Stati Uniti la pena di morte, oggi, è applicata in 37 Stati; in più, vi sono le leggi di pace e le leggi di guerra federali. Ogni anno vi sono almeno 38 esecuzioni: questo è il record fino ad oggi, raggiunto nel 1993. E’ un record che, purtroppo, dovrebbe essere battuto nel ’94, in quanto a metà agosto le esecuzioni erano già state 23. Sono dati che preoccupano non solo per la quantità, ma anche per la qualità delle esecuzioni. Alcuni Stati, ad esempio, che reintroducono la pena di morte, come il Kansas, e poi l’applicano quasi immediatamente. Ci sono minorati mentali, minorenni mandati a morte. Addirittura, persone sono mandate a morte con dubbi più che fondati sulla colpevolezza della persona uccisa.

D. – Si parla sempre di Stati Uniti: ma la situazione qual è nel resto del panorama mondiale?
R. – La situazione, da qualche anno a questa parte, purtroppo è brutta. Vi sono stati Paesi che hanno reintrudotto la pena di morte, come ad esempio le Filippine; Paesi che hanno ripreso le esecuzioni dopo anni, come il Giappone, come l’Algeria, come il Kuwait; Paesi che hanno aumentato l’applicazione della pena di morte, estendendo il numero dei reati per i quali è prevista la pena capitale, come il Perù. Il movimento abolizionista, in questo periodo, non sta cogliendo buoni risultati. L’ampliamento del numero dei reati con pena capitale negli Stati Uniti conferma una tendenza negativa verso la riapplicazione, l’uso sempre più frequente della pena di morte nel mondo. L’unica eccezione di questo periodo riguarda il continente africano, dove diversi Stati, in un contesto in cui si tende sempre più alla democrazia in questi Paesi, hanno abolito la pena di morte, mentre altri ancora vi stanno provvedendo. Ma diciamo che, nel mondo cosiddetto occidentale o Primo Mondo, l’unico dato pOSitivo di questi ultimi tre anni è arrivato dalla Grecia, che ha abolito definitivamente la pena di morte, anche dal proprio codice militare, nel dicembre del ’93.

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