La pizza? Negli Usa è una caramella

Noi italiani storceremo un po’ il naso, ma negli Stati Uniti un’infermiera (con genitori italiani) ha brevettato delle caramelle al gusto pizza senza zuccheri, grassi e carboidrati.

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La confezione delle caramelle al gusto di pizza.

E’ una caramella al gusto di pizza ma non é uno scherzo pronto per il prossimo carnevale. E’ un prodotto nuovissimo pensato e realizzato per quanti non possono concedersi un trancio di piacere.
Accade negli Stati Uniti e questo non ci meraviglia. Forse meraviglia di più sapere che l’ideatrice ha nazionalità italiana e soprattutto che é un’infermiera.
Siamo a Palm Springs, in California. Del prodotto ancora non si parla in giro. Si parla invece nell’ospedale dove Rita presta servizio assistendo diabetici e altre persone affette da patologie alimentari o metaboliche, e anche persone semplicemente in sovrappeso.
Il prodotto é appena entrato in commercio e si chiama ‘Pizza is 4 Suckers’ ma é meglio descritto come ‘pizza candy’.

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Le caramelle hanno l’aspetto di confetti dal colore rosso.

Lo slogan é: “It’s not only a candy is a snack”, cioé non é solo una caramella, é una merenda. Non contiene zucchero, nè sodio, nè potassio, nessuna traccia di glutine, niente grassi nè carboidrati.
La composizione ovviamente é coperta dal segreto del brevetto che appartiene a una organizzazione americana no profit che si chiama Score.
A lei é ricorsa Rita Di Carlo quando ha cercato caparbiamente di realizzare la sua idea di soddisfare in qualche modo i tantissimi che non possono mangiare quello che definisce il cibo più amato e richiesto in assoluto: la pizza. Rita é figlia di genitori italiani ma é nata negli Stati Uniti e non parla italiano.
E’ bastata una generazione per perdere la lingua ma quando glielo facciamo notare, dopo averci sorriso un po’ dispiaciuta, ci dice con orgoglio che pero’ conserva tutto l’amore per la pizza.
Ci spiega che non é stato facile avere quelle praline o lecca lecca al gusto di pizza al rosmarino. Ci parla di 100 tentativi andati a vuoto in più di due anni. Rita ha dovuto anche imparare a fare business ma questo – ci dice – è stato l’impegno minore. L’ostacolo maggiore é stata la materia prima. Questa cordialissma e solare infermiera ci racconta di alcuni chimici legati alla Università locale interpellati e coinvolti. Prima un po’ scettici, hanno poi abbracciato l’idea con passione e hanno collaborato con i medici del Regional Medical center, che Rita descrive come molto divertiti al pensiero di prestarsi anche per gli assaggi.

Chi é stato almeno una volta negli Stati Uniti non si sorprende dello strano connubio tra caramella e pizza perché mischiare i sapori é attitudine nazionale.
E poi il pensiero va ai cibi liofilizzati e in pillole per astronauti prodotti proprio da industrie a stelle e strisce. Inoltre, a sentire l’ideatrice, il bacino di persone interessate é importante tanto da giustificare un business che in America non si lascia mai sfuggire.
Ma c’é qualcosa di più. Quando stiamo per salutare Rita Di Carlo perché abbiamo saputo quasi tutto sulla pizza candy, le chiediamo una foto che pero’ gentilmente rifiuta: non vuole protagonismi personali, vuole solo foto delle sue caramelle.
Le chiediamo qualcosa di più del suo lavoro di infermiera e scopriamo che é impegnata in particolare nel moderno reparto specializzato in patologie ai reni e, dopo ancora un po’ di seria conversazione sul suo lavoro, ci racconta di aver donato 5 anni fa un rene ad un amico di infanzia. E poi ci dice: “Non posso più fare una cosa del genere ma posso regalare lo sfizio di un sapore proibito a tanti che se lo sognano la notte”. Il tempo darà il suo verdetto sulla resa del prodotto che ora ha innanzitutto il sapore della stranezza. La coraggiosa donazione di Rita e il suo desiderio di far contento qualcuno restano.
Fausta Speranza

da Famiglia Cristiana del 23 dicembre 2012

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