Al Consiglio d’Europa e alla Corte europea dei diritti dell’uomo pendono molti dossier sui temi etici. Una sfida per il continente. Fausta Speranza
Parlamento Europeo. Strasburgo (foto Reuters)
Mentre monsignor Aldo Giordano, appena arrivato a Caracas, si prepara a celebrare domenica 9 febbraio la prima Messa di insediamento quale nunzio apostolico in Venezuela, a Strasburgo già si sente l’assenza dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Mons. Aldo Giordano ha ricoperto tale ruolo dal 2008 e di lui ci dicono che ha aperto alla Chiesa le porte “difficili da aprire” del Consiglio, che comprende 47 Stati del continente europeo. In questo momento il Consiglio d’Europa ridisegna i suoi vertici e casi complessi, di cui diamo in questo articolo anticipazione, attendono la Corte europea dei diritti dell’uomo. Dunque, c’è grande curiosità di sapere chi sarà il nuovo “Osservatore del Papa” in un’Europa terreno di crisi economiche, di vuoti politici e di sfide epocali in tema di etica.
La liberale Anne Brasseur, del Lussemburgo, ha preso il posto di presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del conservatore popolare Jean Claude Mignon. E a giugno ci sarà l’elezione del Segretario generale, massima carica istituzionale. Al momento c’è il norvegese laburista Jagland. E’ dichiaratamente ateo ma ha promosso incontri sul dialogo interreligioso come base per il dialogo culturale invertendo una certa tendenza che si andava affermando: quella ad escludere dal confronto i temi religiosi, con il presupposto che una certa laicizzazione avrebbe aiutato il confronto. Poi in realtà si è capito che, per dialogare, le identità devono dichiararsi e riconoscersi, altrimenti non è vero dialogo e confronto.
Jagland si ripresenta per una conferma del suo mandato ma nella lista dei candidati c’è lo stesso Mignon. Certamente il conservatore viene auspicato da quanti desiderano un maggiore bilanciamento con la presidenza nelle mani dei liberali. E qualcuno, in questo quadro, sottolinea anche che per l’Italia è uscito dalla scena politica del Consiglio d’Europa il parlamentare cattolico Volonté che è stato tanto attivo sul piano dei temi etici, a partire dalla vicenda della sentenza sul Crocifisso nelle scuole, e alla difesa del principio di libera obiezione di coscienza per medici e personale medico. Il principio è stato ribadito dall’Assemblea dopo un duro braccio di ferro proprio con i liberali che volevano negare il diritto al rifiuto a chi, per motivi etici, non vuole praticare aborto o eutanasia o selezione degli embrioni in Paesi che lo ammettono nella legislazione.
Certamente i temi urgenti sul piano etico non mancano. Solo guardando alla Corte, si trovano dossier in attesa di pronunciamento su aborto, eutanasia, fecondazione assistita, matrimoni omosessuali. E c’è da dire che, oltre ai casi già emersi sulla stampa, Famiglia Cristiana è in grado di anticipare che c’è qualcosa che riguarda direttamente l’Italia di non ancora reso pubblico. Si tratta di una serie di ricorsi da parte di persone omosessuali. Sappiamo che, arrivati alla Corte, sono nella fase interlocutoria in cui si decide se accoglierli o meno. Ma siamo in grado di confermare che il primo step è stato compiuto: sono partite le richieste di informazioni e documentazione al Governo italiano.
Si tratta di persone dello stesso sesso di nazionalità italiana ma sposati all’estero che vorrebbero vedere riconosciuti nel loro Paese unioni o matrimoni sanciti altrove. O ancora: il caso di un cittadino neozelandese che si è visto negare l’ingresso in Italia per ricongiungimento familiare con l’uomo con cui secondo la legge della Nuova Zelanda è legato in una riconosciuta unione di fatto. Qualcosa in materia la Corte ha già affrontato ma si è trattato di casi più particolari. Questi rischiano davvero di fare giurisdizione.
D’altra parte, bisogna ricordare i casi che riguardano la procreazione assistita. Il fatto che siano noti non li rende certo meno significativi. L’attesa sul pronunciamento è altrettanto grande. Primo fra tutti, il caso Parrillo, cioè la donna compagna del regista ucciso a Nassirya in Iraq, che oltre a lamentare di non essere stata accolta insieme con le vedove ai funerali di Stato, chiede di poter “donare” alla ricerca gli embrioni, voluti con il suo compagno e congelati prima della sua morte. Dunque nel suo caso si intrecciano i temi che aspettano un pronunciamento: unioni di fatto e embrioni.
E’ chiaro che i temi sono urgenti. Il Vaticano ha lo statuto di Osservatore presso il Consiglio d’Europa e non è Stato membro, dunque non ha forza decisionale in materia ma è evidente l’importanza di avere una voce chiara della Chiesa in Europa all’altezza delle sfide concettuali prima ancora che giuridiche che le nuove frontiere dell’umanità pongono.
Inoltre, anche se è ben chiara la distinzione tra Consiglio d’Europa e Unione Europea, organismo a 28 Paesi a carattere politico-economico presso il quale la Chiesa manda un altro rappresentante, nella fattispecie un nunzio apostolico, non si può non citare in questo contesto anche quanto, proprio in questi giorni, ha iniziato a bollire in pentola nell’Ue. Parliamo della risoluzione non legislativa votata in questi giorni all’europarlamento e dedicata ai diritti dei cosiddetti LGBTI, sigla che sta per persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Invita i Paesi membri a indicare una sorta di road map per garantire la tutela dei diritti di queste persone che si dicono discriminate o perseguitate. Se è unanime la condanna per qualunque forma di violenza, è tutto aperto invece il dibattito quando si parla di diritti che vanno ad attraversare i cardini delle questioni legate alla famiglia.
In definitiva i motivi per non lasciare troppo a lungo vacante il posto lasciato con grandissimo onore da mons. Giordano non mancano. Certamente l’appello e lo sforzo per una Chiesa meno europacentrica non può significare trascurare il Vecchio Continente. E’ sempre vivo il bisogno che tante volte mons. Giordano ha sottolineato: di tornare a spalancare il cielo sull’Europa che, dopo essere stata per secoli culla della spiritualità, rischia di chiudersi al trascendente.
da Famiglia Cristiana del 7 febbraio 2014