La tratta frutta alla criminalità 150 miliardi di dollari all’anno
dalla nostra inviata a Strasburgo Fausta Speranza
Non solo vittime degli scafisti. Richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono “particolarmente vulnerabili” alla tratta di esseri umani che in Europa frutta alla criminalita’ almeno 150 miliardi di dollari all’anno. Gia’ 10.000 minori non accompagnati sono scomparsi dal loro arrivo in Europa negli ultimi mesi e, nella terra di nessuno dell’illegalita’, restano sacche ben organizzate per sfruttamento sessuale, lavoro forzato, espianto di organi.
L’allarme e’ preciso. Viene da Europol, l’ufficio europeo di polizia. Se i Governi dell’Ue non fanno di piu’ e meglio, le vittime che oggi sono 30.000 possono crescere in modo esponenziale.
La prima indicazione concreta e’ quella di non fare dei cosiddetti hotspot un’occasione mancata per la prevenzione. I punti di crisi, voluti per gestire l’emergenza di flussi di migranti senza precedenti, sono pensati per la registrazione dei rifugiati, per assicurare loro servizi e assistenza. In realta’, avvertono le forze di polizia che si muovono sul piano europeo, sono il primo nodo critico in cui si gioca il futuro di tante potenziali vittime.
A cogliere l’allarme e’ il Parlamento europeo, che vota giovedi’ una risoluzione che richiama fortemente gli Stati membri Ue a superare divisioni che lasciano maglie larghe all’illegalita’. Si tratta di migliorare la raccolta dati e uniformare le legislazioni.
Innanzitutto, si chiarisce che “le differenze tra legislazioni degli Stati membri agevolano notevolmente le attivita’ dei gruppi appartenenti alla criminalita’ organizzata”. Inoltre, si legge che “il rischio di essere perseguiti penalmente e’ ancora troppo basso e le sanzioni comminate per prevenire il reato sono inadeguate rispetto ai potenziali profitti”.
Il pensiero va a norme differenti per esempio per il sanzionamento di clienti di prostitute. E infatti l’Europarlamento invita a uniformarsi sui canoni di severita’ del Nord Europa. Ma le distanze da colmare, per un’azione che si possa dire europea, sono a partire dal livello primario delle definizioni. Innanzitutto, la definizione di tratta di esseri umani e’ diversa Paese per Paese. E, ad esempio, in tema di minori, non c’e’ un’unica espressione per identificare il fenomeno criminale. Alcuni Stati membri considerano la tratta di minori una forma autonoma di sfruttamento, altri assimilano le vittime minorenni agli adulti. Cosi’, denuncia la risoluzione, “si ostacola la possibilita’ di creare un quadro globale di intelligence e definire le migliori risposte investigative a livello dell’Ue”.
Quando si parla di tratta, i settori sono tristemente tanti. Dall’agricoltura all’accattonaggio; dall’industria del sesso, al matrimonio forzato; dallo sfruttamento sessuale sulle strade, a quello on line; dalle adozioni illegali, al traffico di organi umani. Non puo’ esserci un’unica strategia valida per tutti. Ma si capisce quanto sia urgente che, a monte di tanti specifici settori di intervento, ci sia collaborazione transnazionale tra polizie e magistrature. Ci sono anche piani che ricongiungono tanti fili. Primo fra tutti, quello di Internet che, cosi’ come per il terrorismo, gioca un ruolo chiave nel reclutamento, in questo caso di vittime. Lo fa attraverso false offerte di lavoro, pubblicizzando “servizi” e favorendo lo scambio di informazioni tra reti criminali. Ci vuole collaborazione tra polizie ma anche un impegno politico perche’ Internet non sia solo questo, ma sia anche piattaforma per sensibilizzare e mettere in guardia le potenziali vittime. Ci vogliono programmi precisi.
Tutto si ricollega sul piano del denaro. Per questo l’appello ai Governi e’ forte. Si deve collaborare con maggiore efficacia a livello di polizie e strutture economiche per “indagare sugli aspetti finanziari e il riciclaggio del denaro”. Inoltre, si deve “rafforzare la cooperazione ai fini della confisca e del congelamento dei beni delle persone implicate nella tratta”.
In ogni caso, ci sono classificazioni che colpiscono e fanno pensare. Al momento la tratta e’ considerata “un’attivita’ a basso rischio e ad alto profitto”. Se non c’e’ un’azione efficace, con l’aumento di migranti irregolari, la stessa forbice semplicemente si allarghera’ ulteriormente. Nella risoluzione del Parlamento europeo, al di la’ degli interventi mirati suggeriti, c’e’ una raccomandazione generale quanto essenziale. Si legge: “Per prevenire la tratta di esseri umani e il traffico di persone e’ importante creare canali per l’immigrazione legale e sicura”.
Osservatore Romano 12 Maggio 2016