Primo accordo per un governo di unità nazionale in Israele

In tempi di Covid 19, a Tel Aviv si stanno mettendo a punto i dettagli per l’annuncio di un esecutivo che faccia fronte all’emergenza. I due principali contendenti, Netanyahu e Gantz, dovrebbero alternarsi per gestire le necessità in un Paese in cui si contano oltre 4000 casi di contagi, 16 persone morte e 70 in condizioni gravi. Con noi l’esperto di relazioni internazionali Daniele De Luca

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Dopo mesi di impasse politico, il primo ministro, Benyamin Netanyahu, e il suo ex avversario, Benny Gantz, sono a buon punto per la formazione di un governo di unità nazionale in Israele.  Tra i termini dell’intesa, sembra esserci la staffetta tra i due al vertice dell’esecutivo: i primi 18 mesi affidati a Netanyahu e poi dal settembre del 2021 la responsabilità passerebbe a Gantz. Ma l’accordo prevede anche che Gantz lasci la presidenza della Knesset –  alla quale è stato nominato nei giorni scorsi – per diventare ministro degli Esteri o ministro della Difesa. Giovedì 26 marzo Benny Gantz, il principale avversario politico del primo ministro conservatore Benjamin Netanyahu, è stato eletto infatti presidente del parlamento israeliano con 74 voti a favore e 18 contrari su 120 totali.

Le reazioni politiche all’apertura di Gantz a Netanyahu

La candidatura di Gantz è stata avanzata a sorpresa e ha suscitato forti perplessità nel suo partito di opposizione, Blu e Bianco. La fazione di Blu e Bianco che fa capo all’ex giornalista televisivo Yair Lapid e quella fedele all’ex generale Moshe Ya’alon hanno chiesto formalmente la separazione dal partito di Gantz, per guidare l’opposizione al nuovo governo. Lapid ha spiegato che «la crisi causata dal coronavirus non ci dà il diritto o il permesso di abbandonare i nostri valori. Non si può strisciare in un governo del genere e dire che l’hai fatto per il bene del paese». E ancora: «Ciò che si sta formando oggi non è un governo di unità nazionale e non è un governo di emergenza. È un altro governo di Netanyahu. Benny Gantz si è arreso senza combattere». E diversi deputati e leader di opposizione hanno definito le sue parole e le sue decisioni come un tradimento. «Questo è un giorno buio», ha detto ad esempio Nitzan Horowitz, leader di Meretz, l’unico partito di sinistra presente in Parlamento.

Da parte sua, Gantz ha sottolineato: “Intendo esaminare e promuovere in ogni modo l’istituzione di un governo di emergenza nazionale, ma non scenderemo a compromessi sui principi per cui più di un milione di cittadini hanno votato. Netanyahu lo sa bene”.

Un esecutivo solo per l’emergenza Coronavirus

In questi giorni Netanyahu ha adottato nuove misure restrittive a causa del coronavirus, incaricando tra l’altro i servizi segreti di individuare le persone contagiate, e ha rinviato il processo a suo carico – avviato a novembre 2019 per tre atti d’accusa: corruzione, frode e abuso d’ufficio – suscitando accuse da parte dell’opposizione di “golpe di Stato”.

La prospettiva di un governo di unità nazionale può essere finalizzata solo a gestire l’emergenza. Non potranno essere affrontate altre questioni come quella del conflitto israelo-palestinese, in cui lo stallo determinatosi da anni è stato scosso di recente dalle prese di posizione dell’amministrazione statunitense. Donald Trump ha deciso lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme e poi ha presentato una proposta di accordo di pace che prevede in sostanza di consegnare Gerusalemme a Israele. Questa ed altre sfide dovranno rimanere sullo sfondo di un governo ipotizzato solo per gestire la vicenda Covid 19, nella quale Israele può svolgere un ruolo nella regione perché si tratta di una democrazia con mezzi di comunicazione liberi, come spiega Daniele De Luca, presidente dei corsi di studi  in relazioni internazionali all’Università del Salento:

Insieme in autoambulanza e nella preghiera anche se con fedi diverse

Intanto, due paramedici del Magen David Adom – equivalente israeliano della Croce Rossa internazionale – sono rimasti stupiti nell’apprendere che ha avuto una diffusione internazionale una immagine che li riprendeva mentre erano assorti in preghiera accanto alla loro ambulanza. Abraham Mintz indossava il ‘talled’ ebraico, mentre il suo compagno Zohar Abu Jana, un musulmano, era genuflesso per terra davanti al proprio tappetino. Quella pausa religiosa ha catturato l’attenzione dei media internazionali ed ha avuto eco anche negli Stati Uniti. Da un anno Abraham e Zohar prestano servizio assieme nella zona di Beer Sheva, nel sud di Israele. “Non compendiamo il clamore suscitato dalla foto” ha detto Abraham alla televisione Ch. 12. “Semplicemente pregavamo assieme. Questa è la nostra realtà quotidiana”. “Quando è il momento – ha aggiunto Zohar – fermiamo l’ambulanza per alcuni minuti. Ognuno prega anche per l’altro. In questo lavoro è normale lasciare da parte la politica perchè siamo chiamati ad aiutare persone in difficoltà”

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