di Fausta Speranza
Se ogni anno, il 12 maggio, la Giornata mondiale dedicata agli infermieri ci aiuta a ricordare la preziosità del lavoro in corsia accanto agli ammalati, l’occasione si fa speciale dopo i mesi in cui li abbiamo visti impegnati nella lotta al Coronavirus in prima linea e senza riserve. Ma non può essere solo un omaggio: deve essere anche un memorandum su quanto c’è da fare per combattere le violenze contro i sanitari. All’Aula di Montecitorio è all’esame il relativo Disegno di legge.
L’emergenza sanitaria da Covid-19 che tanti lutti ha portato in Italia e nel mondo, nella nostra penisola si è portata via decine di infermieri. Non avremmo voluto che avvenisse in questo modo, ma la pandemia ha messo in luce il grande capitale umano che i professionisti del settore sanitario rappresentano mettendo in campo ogni giorno abnegazione, fatica, coraggio.
Nell’immaginario di tutti resta la foto scattata da una dottoressa all’infermiera crollata per la stanchezza su una scrivania dopo ore di estenuante lavoro nell’ospedale di Cremona. La foto ha fatto il giro del mondo dal post in cui la dottoressa scriveva “grazie per quello che fai”. Ed è stato un ringraziamento particolarissimo oltre che originale quello dello street artist Banksy: nella sua opera, intitolata Game Changer e donata all’ospedale di Southampton in Inghilterra, raffigura un bambino che lascia nella cesta dei giochi Batman e l’Uomo Ragno, preferendo la bambola di un nuovo supereroe: un’infermiera con mascherina, camice della Croce Rossa e mantello, con il braccio alzato, novella Superwoman.
Ma non ci si può limitare a considerarli eroi moderni a parole, senza che ci sia un impegno più serio contro un fenomeno che riguarda tutto il personale sanitario in particolare dei Pronto soccorso: ripetuti episodi di aggressioni da parte di familiari di pazienti. E’ accaduto in Italia e purtroppo anche nei giorni in cui scoppiava l’emergenza per il “nemico invisibile”: ricordiamo il pronto soccorso devastato a Napoli nella notte del 1 marzo scorso.
Oltre il 30 per cento degli infermieri nel corso della propria carriera subisce violenze fisiche o attacchi verbali. E’ quanto ha denunciato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 28 aprile scorso in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute. Molti altri sono normalmente minacciati o esposti allo stigma sociale a causa del loro lavoro. Il pensiero va a ambulanze, Pronto soccorso, rianimazioni, case di risposo, residenze sanitarie, guardie mediche o ambulatori dei medici di famiglia che oggi vediamo come scenari della pratica eroica del personale sanitario e che non devono essere raccontati nelle prime pagine dei giornali o nei titoli di apertura dei telegiornali come scene del crimine o luoghi della violenza e della furia devastante.
Neanche la pandemia ha fermato il fenomeno delle aggressioni verbali e fisiche: l’Oms, nei giorni scorsi, ha sottolineato che medici, infermieri, personale di sicurezza e tutti coloro impegnati nei test, nel rintracciamento dei contatti o nell’adozione delle misure di allontanamento fisico per fermare il Covid-19 subiscono minacce e aggressioni. Per questo ha sollecitato tutti i governi, i datori di lavoro e le organizzazioni dei lavoratori ad adottare ferme misure di tolleranza zero nei confronti della violenza contro gli operatori sanitari sul posto di lavoro e ad intensificare le azioni di sostegno sociale e rispetto verso gli operatori sanitari e le loro famiglie. Sembrerebbe quasi impossibile immaginare che infermieri e medici, omaggiati dai cittadini dai balconi delle metropoli di ogni continente, possano essere minacciati, aggrediti verbalmente, assaliti fisicamente, feriti, in alcuni casi uccisi mentre prestano servizio.
Al Parlamento italiano l’impegno va oltre l’omaggio. L’Aula di Montecitorio ha iniziato ieri pomeriggio, 11 maggio, l’esame del Disegno di legge che aggrava le pene a carico di chi commette violenze contro i medici e il personale sanitario, portandole nei casi di lesioni gravi dai 4 ai 10 anni, e nel caso di lesioni gravissime da 8 a 16 anni. Si punisce anche con sanzioni amministrative da 500 a 5.000 euro chi tenga condotte violente, ingiuriose, offensive, ovvero moleste a carico del personale sanitario. Il testo è stato approvato dal Senato, ma durante l’esame in Commissione, nei mesi scorsi, sono state introdotte delle modifiche che, se confermate dall’Aula, comporteranno una terza lettura a Palazzo Madama. Inoltre, bisogna dire che nella bozza del cosiddetto Decreto Rilancio – in attesa di essere promulgato per far ripartire l’economia e il Paese dopo la fase dettata dal Decreto “Cura Italia” – sono previste misure concrete a favore della sanità e, dunque, anche del settore infermieristico.
La Giornata internazionale è stata voluta dall’Onu a partire dal 1965 con riferimento a Florence Nightingale, l’infermiera, nata il 12 maggio 1820, ritenuta la fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. E va detto che, visto l’anniversario dei 200 anni dalla sua nascita, l’Oms ha stabilito l’anno scorso che il 2020 sarebbe stato dichiarato l’Anno dell’infermiera e dell’ostetrica.