Fausta Speranza – Città del Vaticano
Il presidente statunitense Donald Trump ha accettato lunedì di iniziare il processo formale di transizione per l’insediamento del presidente eletto, Joe Biden, dopo che per settimane si era opposto. La decisione viene presa dall’ente incaricato, il Gsa (General Services Administration), che è autonomo dal governo, ma che in questo caso ha aspettato il via libera di Trump, arrivato dopo la certificazione della vittoria di Biden nello Stato del Michigan.
Passaggio di consegne
A questo punto, dunque, tutto lascia pensare che Joe Biden diventerà presidente degli Stati Uniti il prossimo 20 gennaio. Con l’avvio della transizione, inoltre, Biden e il suo team avranno accesso a fondi, strumenti e protezioni che di solito sono accordati al presidente che si appresta ad assumere l’incarico, e che prevedono tra le altre cose anche gli aggiornamenti quotidiani dell’intelligence.
Si prepara la nuova squadra
Le persone scelte da Biden, che dovranno essere confermate dal Senato, sono: Antony Blinken come segretario di Stato (un ruolo simile a quello di ministro degli Esteri), Alejandro Mayorkas come segretario alla Sicurezza nazionale (un ruolo simile a quello di ministro dell’Interno), Avril Haines come direttrice dell’Intelligence nazionale, Linda Thomas-Greenfield come ambasciatrice alle Nazioni Unite, Jake Sullivan come consigliere sulla Sicurezza nazionale e John Kerry come inviato speciale per il clima.
“Non abbiamo tempo da perdere – ha dichiarato Biden – quando si tratta della nostra sicurezza nazionale e della nostra politica estera. Ho bisogno di un team pronto sin dal primo giorno ad aiutarmi a reclamare il posto dell’America a capo tavola, radunare il mondo per essere all’altezza delle grandissime sfide che abbiamo davanti e far avanzare la sicurezza, la prosperità e i valori”.
Tra le priorità le relazioni con l’Ue
“Un’Unione europea forte è interesse degli Stati Uniti”, ha detto Joe Biden nei colloqui telefonici avuti in queste ore con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Biden ha ribadito “l’impegno ad approfondire e rivitalizzare la relazione Usa-Ue”. Il presidente eletto ha indicato tra le priorita’ della cooperazione la pandemia, la ripresa economica, il clima. In agenda anche Iran, Bielorussia, Ucraina e Balcani occidentali.
Delle prospettive nuove di relazioni transatlantiche abbiamo parlato con Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali all’Università degli Studi di Firenze:
Il professo Bozzo sottolinea come sia evidente un cambio di visione da parte dell’amministrazione Biden su temi come l’ambiente e il multilateralismo rispetto alla visione dell’amministrazione precedente di Trump, che ha creato molte tensioni e distanze con l’Ue. Bozzo però spiega anche che si tratta di questioni complesse in cui non sarà facile neanche per Biden districarsi. Innanzitutto, lo studioso ricorda come all’interno dell’Ue non ci sia sempre compattezza su alcune scelte e come alcuni Paesi siano distanti anche tra di loro. E poi ricorda che Biden è stato eletto da una maggioranza significativa formata anche da cittadini delusi da Trump che hanno voluto cambiare, ma senza che questo significhi che siano convinti sostenitori per esempio di politiche a difesa dell’ambiente. In particolare, sottolinea inoltre Bozzo, c’è la crisi attuale che non è solo sanitaria ma anche economica e occupazionale. Negli Stati Uniti si sente molto e, dunque, bisogna vedere in che misura anche parte dell’elettorato di Biden sia disposto, per esempio, a dare priorità ad una risposta politica ai cambiamenti climatici se questo significhi nell’immediato perdere certezze sul lavoro.
Occorrono creatività e nuove strategie
Ovviamente nel Paese si apre una fase nuova e promettente, spiega in sostanza Bozzo, ma non si può dare nulla per scontato anche perché, aggiunge, vista la gravità delle sfide che la pandemia ha presentato, ci vorrebbe davvero una nuova vision, uno sforzo di creatività da parte di tutti i leader politici che vada oltre la questione delle nuove relazioni Usa-Ue. E’ chiaro, sottolinea, che anche la riscoperta del cosiddetto multilateralismo non può consistere semplicemente in un ritorno a formule del passato, perché anche in questo caso ci sono fattori nuovi, come la concorrenza commerciale con la Cina. Si tratterà dunque per Washington, come per Bruxelles, di tratteggiare qualcosa di nuovo. Il punto è che, spiega ancora Bozzo, anche sul tipo di approccio nei confronti di Pechino non si può dire che tutte le cancellerie europee la pensino alla stesso modo. Inoltre, anche per Biden la sfida non può consistere solo nel cambiare la rotta indicata da Trump, ma deve consistere in una strategia che tenga conto ad esempio del nuovo spazio commerciale a guida cinese nato giorni fa, che comprende Paesi del Sud est asiatico come l’Australia.
Resta il piano delle azioni legali
Trump non ha ancora riconosciuto pubblicamente la sconfitta e da alcune settimane è impegnato in una serie di azioni legali per tentare di ribaltare il risultato elettorale in diversi Stati: finora non ha ottenuto alcun successo, perdendo per esempio in Georgia, dove era già stato ufficializzato il risultato a favore di Biden, e in Pennsylvania. Trump ha sottolineato che continuerà a provare a cambiare l’esito delle elezioni, ma secondo il New York Times, l’autorizzazione all’inizio del processo di transizione è “un segno forte che l’ultimo tentativo del presidente di ribaltare i risultati delle elezioni sta arrivando alla fine”.