L’Aise racconta la presentazione alla Camera

“IL SENSO DELLA SETE”: IL LIBRO DI FAUSTA SPERANZA PRESENTATO IERI ALLA CAMERA

ROMA\ aise\ – Multilateralismo e governance di beni essenziali come le risorse idriche: ne hanno parlato ieri nella Sala stampa di Montecitorio il deputato Pd Stefano Ceccanti, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali, l’Ambasciatore inviato speciale per la Libia, Pasquale Ferrara e Padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche in occasione della presentazione del volume “Il senso della sete” (Infinito Edizioni) della giornalista Fausta Speranza, che contiene anche una lettera all’autrice di Papa Francesco.
I cambiamenti climatici producono il paradosso di crescenti aree di siccità mentre si moltiplicano anche le inaspettate e pesanti alluvioni. Si pone il problema di come evitare l’utilizzo sregolato di beni comuni come l’acqua.
“Questo volume ci ricorda anzitutto che il livello di regolazione deve essere superiore allo Stato nazionale, vale la logica del principio di sussidiarietà verso l’alto: senza accordi internazionali che diano standard comuni non c’è una reale efficacia”, ha affermato Ceccanti prima di ribadire che “il multilateralismo è una risorsa decisiva e che i venti cambiati dagli Stati Uniti aiutano molto”.

Il secondo punto toccato dal deputato costituzionalista ha riguardato la “regolazione più puntuale che ne consegue ai livelli inferiori, da quello dell’Unione europea fino agli enti locali, deve essere rigorosa per evitare sprechi e favorire un’equa distribuzione, qualsiasi sia il gestore concreto. Si tratta – ha osservato – di combinare il rigore sulla regolazione col pragmatismo sulla scelta dei gestori. I due livelli vanno adeguatamente distinti per dar vita a una governance efficace”.
L’Ambasciatore Ferrara ha fatto un excursus sulle aree critiche nel mondo in tema di risorse idriche – citando in particolare il lago Ciad, che negli ultimi 50 anni si è ridotto del 90% – per soffermarsi poi sulle gravi diseguaglianze che pesano negli equilibri generali. Ferrara ha spiegato che l’acqua è sicuramente un fronte delle relazioni internazionali nel XXI secolo, sottolineando però che non si deve ragionare solo in chiave di possibili conflitti: può anche essere occasione di distensione e condivisione di intenti, come ad esempio il progetto del “canale della pace” tra il mar Rosso e il mar Morto”.
Secondo il diplomatico “l’impostazione multi-dimensionale di questo volume di Fausta Speranza riflette bene l’interconnessione, i rimandi, le diramazioni di questa tematica, tra politica ed ecologia, tra etica ed estetica, tra storia e profezia, tra archetipi e testimonianze e rappresenta un contributo di riflessione che aiuta a dipanare l’intreccio di vicende e di approcci da sempre connessi alla tematizzazione simbolica e pragmatica dell’acqua”.

Sulla relazione profonda tra uomini di ogni latitudine e del genere umano con la natura si è soffermato padre Ardura, ricordando come l’Enciclica di Papa Francesco dedicato all’ambiente, Laudato Sì, debba essere letta insieme con quella dedicata alla fratellanza umana, per capire che tutto rientra nell’attenzione della Chiesa al bene comune.
La scommessa alla quale il Papa sollecita – ha ricordato padre Ardura – è un futuro più sostenibile e inclusivo: alla base di tutto c’è il valore proprio di ogni creatura che implica il senso umano dell’ecologia. Basti pensare – ha detto – alla “differenza abissale di disponibilità di acqua nel mondo: c’è una fetta larghissima della popolazione per la quale la raccomandazione di lavarsi le mani spesso contro il coronavirus impatta sulla mancanza di servizi igienici”. La prospettiva, dunque “è quella olistica, globale, ampia, di un creato inteso come ‘casa comune’, ambiente di vita e non semplice ‘oggetto’ da utilizzare. E le domande di fondo sono quelle sul senso della vita e del nostro abitare la Terra”.
Fausta Speranza, dal canto suo, ha ricordato come “in un’epoca segnata dalla pandemia, dai disastri ambientali legati ai cambiamenti climatici, dal fenomeno del Earth Overshoot Day, l’acqua è emblema dell’equilibrio naturale del pianeta che gli esseri umani non possono distruggere senza annientare se stessi”. Ha spiegato poi che cercando un approccio costruttivo e propositivo ha dedicato una seconda parte del libro alle nuove tecnologie in grado di difendere l’ambiente. Mentre la terza parte del volume è dedicata all’analisi della dimensione spirituale, culturale e artistica con cui l’uomo ha guardato all’elemento naturale fonte di vita per eccellenza perché “il grido degli scienziati aspetta di essere rilanciato da un potente sussulto di consapevolezza etica”. (aise) 

da l’AISE del 21 aprile 2021

La speranza di giovani musicisti che sfida la pandemia

La creatività di 60 giovani artisti di 24 città del mondo vince i lockdown: hanno organizzato il Nextus Festival, iniziativa on line che li vede suonare insieme nei fine settimana fino al 9 maggio in concerti che sono qualcosa di più di semplici dirette streaming. Un motivo di rinnovata fiducia in tempi difficili, come spiega il soprano Danae Eleni

Fausta Speranza – Città del Vaticano

60 artisti, 28 nazionalità, 24 città di diversi continenti: sono i numeri del Nextus Festival, che, dal 17 aprile al 9 maggio 2021, offre in ogni weekend musica on line. Un’iniziativa diversa da tante altre perché non si tratta di concerti registrati riproposti in streaming ma di un evento realizzato insieme.

La musica scommessa di speranza

In contatto da San Francisco a Istanbul, da Varsavia a Trieste, giovani musicisti durante il blocco causato dalla pandemia hanno deciso di creare qualcosa di unico: una sinergia internazionale che supera le differenze di lingua e cultura per offrire qualcosa dell’universalità della musica. Il prezzo dei biglietti varia a seconda del numero di eventi che si vuole seguire. E’ un prezzo basso e simbolico che può aiutare giovani musicisti in un momento difficilissimo in cui sono state chiuse le sale di concerti così come i teatri. Abbiamo intervistato una delle concertiste il soprano Danae Eleni, che vive a Varsavia e parla diverse lingue tra cui l’italiano:

Innanzitutto Danae sottolinea il significato del nome scelto: Nextus Festival significa in italiano Il Festival vicino a noi. Danae, che è di nazionalità inglese, di origine greca, nata in Bahrein e che attualmente vive in Polonia, sottolinea il valore del carattere internazionale dell’iniziativa, spiegando che a parte alcune differenze tutti i giovani musicisti del mondo si sono ritrovati ad attraversare le stesse difficoltà per le chusure imposte dalla lotta al coronavirus. Il soprano afferma subito con semplicità che questa esperienza le ha dato speranza. In un tempo di difficoltà lavorative per tutto il comparto artistico – sottolinea – riuscire a realizzare questa proposta  attraverso la bellezza della musica assicura un piccolo introito agli artisti ma soprattutto dà l’opportunità di non stare fermi davvero. E in particolare – spiega – emerge tutto il valore universale della musica: non c’è problema di comprensione ma solo tanta bellezza che contagia portando speranza.

Un progetto da far sopravvivere oltre la pandemia

Danae spiega lo spessore assolutamente internazionale dell’iniziativa sottolineando come rappresenti anche una porta aperta, una eccezionale occasione di contatto, di scoperta di giovani colleghi in varie parti del mondo. E in questo senso spiega che la speranza è anche quella di vedere frutti di questi incontri anche dopo che l’emergenza pandemia sarà passata. Un frutto di bene tra tanto dolore e difficoltà per tutti. Nell’impossibilità di citare tutti gli artisti, ricorda alcuni di loro che sono anche impegnati personalmente a curare l’ufficio stampa e l’organizzazione del Festival: Olga Rodon dalla Spagna, Benjamin Hewat-Craw dalla Germania, Susanne Hehenberger dall’Austria, Myroslava Khomik dagli Stati Uniti. Gli stessi artisti infatti hanno ideato e curano tutto lo svolgimento degli eventi.

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-04/musica-festival-pandemia-giovani-speranza-paesi-del-mondo.html