La salute è globale e il vaccino è un diritto

Colmare il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri: dalla riunione ministeriale del G20 Salute a Roma emerge una road map per assicurare nell’immediato vaccini anti-Covid per tutti e l’impegno a consolidare la collaborazione in nome dell’approccio One Health, che racchiude in un concetto olistico salute umana, animale e ambientale

Fausta Speranza – Città del Vaticano

L’immunizzazione totale, cioè vaccini anti-Covid per tutti, è il primo degli obiettivi emersi a conclusione della riunione ministeriale del G20 dedicata alla salute, che si è svolta ieri e oggi a Roma. Gli incontri, presieduti dal ministro Roberto Speranza – l’Italia è presidente di turno del G20 – si sono tenuti ai Musei capitolini del Campidoglio, con la partecipazione dei capi delegazione dei Paesi del G20.

Farsi carico dei Paesi più fragili

“Il livello di diseguaglianza è troppo alto e non sostenibile, sbagliato sul piano valoriale e su quello sanitario perchè se lasciamo una parte del mondo senza vaccini avremo nuove varianti”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza nella conferenza stampa conclusiva in cui è stato ribadito che “nessuno deve restare indietro ed il messaggio del Patto di Roma è che i Paesi più forti G20 devono farsi carico di aiutare quelli più fragili nella campagna di vaccinazione, e va fatto subito”. L’obiettivo, sempre più urgente, è garantire l’accesso ai vaccini anti-Covid a tutti i Paesi nel mondo, soprattutto a quelli più fragili. Finora non è stato così, ma oggi “ci sono le condizioni” per raggiungere questo traguardo. L’incontro ha sancito le premesse per un accordo globale, ribattezzato ‘Patto di Roma’, che porti ad una immunizzazione mondiale poiché l’emergenza sanitaria “non sarà esaurita finché non ne saremo fuori tutti”.   “Ci sono le condizioni – ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza –  per costruire il Patto di Roma, che garantirà i vaccini anche nei Paesi più fragili. Oggi ci sono diseguaglianze molto forti con i paesi più ricchi che hanno ormai percentuali di vaccinazione molto significative e continuano a procedere, e ci sono Paesi che invece sono indietro”. Da qui l’impegno  di “costruire condizioni per cui il vaccino sia un diritto di tutti e non un privilegio di pochi”.

E ricostruire i sistemi di assistenza

Il G20 Salute ha fatto il punto anche sulla più ampia prospettiva di ricostruire i sistemi di assistenza post-pandemia. Il punto – ha chiarito Speranza – è “provare ad allargare la forza dei  servizi sanitari nazionali, investire di più su di essi e provare a segnare un cambio di passo molto significativo che consenta di difendere l’approccio di universalità del Servizio sanitario nazionale, cioè l’idea che se una persona sta male va curata indipendentemente dalla propria condizione economica e dal posto in cui è nata o dal colore della pelle. Il Patto di Roma tiene questo punto come punto essenziale”. In questo quadro  il G20 è un’occasione “per rafforzare le relazioni internazionali e rilanciare i valori universalistici della salute”. Si devono studiare modalità per assicurare l’accesso più largo possibile ai vaccini a partire dai meccanismi di collaborazione esistenti, tra cui quello delle donazioni di dosi per far fronte alle esigenze più immediate perché “nessuno venga lasciato indietro”. Ma al G20 si è discusso anche di un’altra criticità collegata alla pandemia, ovvero la necessità di un’azione globale per la salute mentale. La pandemia ha infatti avuto effetti sulla salute mentale delle persone a causa dell’isolamento sociale, la perdita di familiari e l’incertezza sull’impatto economico e il mantenimento dei posti di lavoro.

Salute globale

Le sfide poste dalla pandemia hanno reso di importanza strategica questo appuntamento di recente istituzione. Si parla di “salute globale” e l’espressione è entrata con forza in tutte le riunioni di alto livello e nel dialogo con la membership e i gruppi di ascolto, a cominciare dal Global Health Summit svoltosi a Roma a fine maggio sotto la direzione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen.

One Health

Di fondo si intende rafforzare l’approccio One Health, che racchiude in un concetto olistico salute umana, animale e ambientale. Approccio One Health e necessità di una maggiore collaborazione per prevenire e contrastare la pandemia. Sono le priorità indicate da Qu Dongyu, Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), nel corso della riunione dei Ministri della Salute del G20 a Roma. Qu ha parlato sia per conto della FAO che come Presidente dell’Alleanza tripartita per One Health, un consorzio che include anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE). L’Alleanza invoca azioni che riconoscano come la salute dell’uomo sia legata alla salute degli animali e dell’ambiente – l’Approccio One Health.    “Il mondo – ha sottolineato Qu, come riporta la Fao in una nota – ha l’occasione di rafforzare i metodi collettivi e collaborativi per prevenire pandemie future attraverso un approccio One Health universale e inclusivo”. Ci troviamo a “una svolta storica per avviare le azioni che serviranno per prevenire pandemie future”, ha precisato, puntando sia a ottenere maggior consenso e sostegno da parte del G20 – i cui membri rappresentano i due terzi della popolazione mondiale e l’85 per cento dell’attività economica a valore aggiunto (PIL) – sia a ribadire l’urgente bisogno di maggiori investimenti, soprattutto a livello nazionale.  “Devono essere evidenziati i legami fra sistemi agroalimentari e salute ambientale, crisi climatica, degrado dell’ecosistema e perdita di biodiversità”, ha concluso Qu.

People, Planet Prosperity

Le tre priorità della Presidenza italiana del G20 – People, Planet, Prosperity –  indicano come il  benessere di ognuno non possa prescindere dall’ambiente in cui viviamo. E le priorità ritornano nella contemporanea presidenza italiana del COP-26, la Conferenza sull’ambiente in programma a novembre a Glasgow in Scozia, per la quale l’Italia è co-Chair con il Regno Unito. La Ministeriale Salute di settembre e’ dunque una tappa del percorso che la Presidenza italiana ha intrapreso con i membri del G20, i Paesi ospiti e le Organizzazioni Internazionali, a cominciare dal Tripartito OMS, FAO, OIE insieme ad UNEP. Il Global Health Summit di maggio ha raccolto nella Dichiarazione di Roma i principi cui si ispira la battaglia contro il Covid-19. Lungo tale percorso, i ministri della Salute torneranno a riunirsi con i colleghi delle Finanze a fine ottobre per affrontare la questione fondamentale di come migliorare l’architettura globale della sanità, con al centro l’OMS, e assicurarle un maggior livello di sostegno finanziario con l’obbiettivo di superare in modo definitivo l’attuale pandemia e mettersi in condizione di affrontare al meglio quelle del futuro.

L’obiettivo dell’Ue

“Una forte Unione della Salute garantirà che l’Ue sia meglio attrezzata per affrontare le crisi future”. Così ha scritto su Twitter la commissaria Ue alla salute, Stella Kyriakides, per poi spiegare che c’è bisogno di una sorveglianza unica globale per le malattie emergenti, comprese pandemie “silenziose” come l’Amr, cioè  la resistenza antimicrobica che i microbi batterici possono sviluppare naturalmente. L’Ue punta ad un’azione congiunta a livello di G20 che – sottolinea la commissaria –  insieme può fare la differenza”.

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-09/g20-salute-vaccino-pandemia-paesi-ricchi-poveri-oms-ue-italia.html

Torna in Brasile “Il grido degli esclusi”

È dedicata al valore della persona e alle realtà concrete della terra, della casa, del lavoro, la 27esima edizione della manifestazione organizzata ogni anno nella festa dell’indipendenza. Il titolo richiama alle tante sofferenze vissute dalla popolazione brasiliana, tra emergenza sanitaria e crisi economica, in definitiva al bisogno di riscoprire il rispetto per la persona, come sottolinea il rettore del Pontificio Collegio brasiliano a Roma

Fausta Speranza – Città del Vaticano

“La vita prima di tutto”: è questo il tema scelto per la 27.ma edizione della manifestazione intitolata: “Il grido degli esclusi”, in programma ogni anno in Brasile il 7 settembre, in concomitanza con la Festa nazionale dell’indipendenza. Si tratta di un’iniziativa popolare che vede il sostegno della Pastorale sociale della Conferenza episcopale brasiliana, del Consiglio delle Chiese cristiane del Paese e di movimenti ed organizzazioni impegnate per la giustizia e la vita. Il sottotitolo dell’edizione 2021 è: “Nella lotta per la partecipazione popolare, la salute, il cibo, la casa, il lavoro e il reddito ora”.

Il grido per chiedere i vaccini

Il Brasile vive crisi sociale, disoccupazione, sottoccupazione e lavoro informale, povertà, miseria e fame, tessuto sociale dilaniato, tensioni tra i poteri della Repubblica, mentre la pandemia da Covid-19  ha raggiunto un numero di morti record, secondo solo agli Stati Uniti. E in questa situazione il primo “grido” è per chiedere vaccini per tutti, come spiega  padre José Otácio Oliveira Guedes, rettore del Pontifício Colégio Pio-Brasileiro di Roma:

Padre Oliveira Guedes ribadisce l’importanza di guardare ai reali problemi delle persone e sottolinea l’urgenza di assicurare vaccini per tutti. Parla di criteri economici che non rispettano valori fondamentali come la centralità della persona. E cita Papa Francesco per ricordare quanto sia illuminante il suo avvertimento in tema di “cultura dello scarto”, che significa – spiega – il contrario del valore della centralità della persona. Richiama il concetto di giustizia ricordando che “non c’è pace senza giustizia”, come sottolineò Papa Paolo VI. Al doveroso senso di giustizia  si aggiunge per un credente – ricorda il rettore – lo spessore del messaggio cristiano, che non può che rafforzare nello slancio a difendere la vita, intesa come valore dall’inizio alla fine dell’esistenza ma anche intesa come anni di vita da rispettare per qualunque persona, cercando di assicurare ad ognuno diritti fondamentali come lavorare, avere una abitazione.

Negli insegnamenti di Papa Francesco

Il Grido degli esclusi del 2021 – spiega padre José Alfredo Gonçalves, vicepresidente della Pastorale per i migranti, che fa parte del Coordinamento nazionale dell’iniziativa – rinvia alle tre parole che Papa Francesco ha usato negli appuntamenti con i movimenti sociali: terra, casa e lavoro. Senza un tetto sopra la testa, senza il pane quotidiano, infatti, è impossibile garantire ad una persona la dignità di base, asse portante della Dottrina sociale della Chiesa, in assenza del quale si chiudono le porte per la vita sociale e i diritti di una cittadinanza dignitosa e giusta.

Il valore della solidarietà

Il sacerdote, poi, ricorda “le tante comunità, parrocchie, entità, associazioni e organizzazioni che sono diventate l’ultima àncora di salvezza per la folla dei senza terra, senza tetto e senza lavoro”. Quello offerto da “una mano solidale è un pane benedetto, non c’è dubbio, ma anche pane maledetto, perché innaffiato con le lacrime amare della vergogna” di chi lo riceve, spiega. Di qui, l’appello conclusivo del sacerdote affinché, il prossimo 7 settembre, i brasiliani denuncino le sofferenze del Paese e chiedano alle autorità “misure inclusive per tutti, affinché ogni cittadino possa essere protagonista del proprio destino”.

Avviato nel 1995, il “Grido degli esclusi” lotta da anni per una maggior trasparenza dei mezzi di comunicazione sociale in Brasile, per sensibilizzare la popolazione sul problema della violenza sociale, sviluppare la partecipazione politica dei lavoratori e sostenere l’ampliamento dei diritti dei cittadini, in un’ottica di inclusione sociale. Nel tempo, questa iniziativa ha contribuito ad un cambiamento culturale della società, tanto che oggi è visto, sia dai movimenti pastorali che dalle organizzazioni sociali, come un’occasione concreta di confronto.

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-09/brasile-vaccini-pandemia-casa-lavoro-diritti-poveri.html