Test missilistici ma non balistici dalla Corea del Nord
Fausta Speranza – Città del Vaticano
La Corea del Nord ha fatto sapere di aver testato “con successo” un nuovo missile da crociera a lungo raggio. “I missili hanno volato per 1500 chilometri prima di colpire gli obiettivi e cadere nelle acque territoriali del Paese durante i test tenuti sabato e domenica”, riferisce l’agenzia di stampa Kcna. Assente il leader nordcoreano Kim Jong-un che non avrebbe seguito dal vivo i lanci del nuovo missile cruise, avvenuti a pochi giorni dalla parata militare notturna a Pyongyang per festeggiare i 73 anni della fondazione dello Stato. A visionare le operazioni militari è stato il generale Pak Jong-chon, componente del presidium del politburo del partito dei lavoratori insieme con altri alti funzionari. “Questa è un’altra grande manifestazione delle enormi capacità della scienza e della tecnologia della difesa e dell’industria delle armi del nostro paese”, ha commentato Pak, sottolineando “la necessità di fare tutto il possibile per aumentare le capacità militare, nel raggiungimento di grandi obiettivi, garantendo la deterrenza bellica a lungo termine”. I vettori “hanno viaggiato per 7.580 secondi lungo un’orbita di volo ovale e modello-8 nell’aria sopra la terra e le acque territoriali” in Corea del Nord e “colpito obiettivi a 1.500 km di distanza – ha precisato Kcna -. Test dettagliati di parti di missili, di spinta a terra del motore, di volo, di controllo e guida, di potenza della testata, sono stati condotti con successo”, conclude la nota. L’ultimo lancio segna il terzo importante test missilistico di cui si abbia notizia fatto da Pyongyang nel 2021. Lo scorso 21 marzo, due missili da crociera sono stati lanciati al largo della costa occidentale, secondo i militari di Seul, mentre quattro giorni dopo è stata la volta di due vettori balistici nel mare nei pressi del Giappone, ritenuti una versione aggiornata del tipo iskander kn-23.
Al limite delle sanzioni Onu
Il missile è considerato dagli osservatori parte di una provocazione nel mezzo dello stallo negoziale sul dossier denucleare con gli Stati Uniti, in quanto non costituisce una violazione delle varie sanzioni dell’Onu decise negli anni in risposta ai piani balistici e nucleari di Pyongyang. Al nord, infatti, è vietato l’uso di tecnologia balistica, ma i missili da crociera non sono soggetti alle sanzioni in quanto considerati meno pericolosi di quelli balistici. In ogni caso Washington considera i test missilistici una minaccia per i vicini. “Gli Stati Uniti continueranno a monitorare la situazione e si consulteranno con alleati e partner”, è quanto dichiara il comando Indo-Pacifico statunitense dal Pentagono. Resta “ferreo” – si ribadisce – l’impegno degli Stati Uniti “nella difesa dei vicini del Nord, la Corea del Sud e il Giappone”.
I test ricorrono cambia il contesto
I lanci di missili annunciati nel fine settimana sono solo uno dei tanti episodi simili che da anni ricorrono. Pyongyang torna a interpellare il mondo e si può argomentare su quanto sia significativa la sfida lanciata, ma serve sempre analizzare il contesto in cui avvengono, come sottolinea Alessandro Pio, esperto di Asia, consigliere dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi):
Innanzitutto Pio si sofferma sul tipo di missile spiegando che al di là del fatto che non si tratta di missile balistico, è però un missile a lunga gittata che dimostra che la tecnologia a disposizione della Corea del Nord avanza. Gli esperti hanno osservato – spiega – che sembra trattarsi di missili da crociera a lungo raggio simili ai tomahawk degli Stati Uniti e agli hyunmoo-3c della Corea del Sud. I missili balistici hanno una gittata molto più lunga e si muovono più velocemente di quelli da crociera di pari dimensioni, ma i missili da crociera sono ancora minacciosi poiché, pur potendo trasportare testate nucleari, volano in linea relativamente dritta e a bassa quota, risultando più difficili da rilevare. In questo caso, – avverte Pio – la differenza può essere raggiungere il Giappone invece di arrivare massimo entro la Corea del Sud. Chiarito questo, il professor Pio ricorda che oggi e domani si incontrano in Giappone rappresentanti di Tokyo, Seul e Washington. Il lancio può avere forse l’obiettivo di richiamare l’attenzione. Ma il professor Pio si sofferma su un dato: non si può più riflettere solo considerando questi attori in gioco e bisogna considerare nuovi contesti. Quanto accaduto in Afghanistan subito dopo il ritiro delle forze statunitensi – avverte – ha alimentato una certa propaganda che vuole squalificare il peso di Washington in Asia. Nel mondo sta cambiando il ruolo delle grandi potenze e se Seul o Tokyo guardano con maggiore o minore preoccupazione alla Corea del Nord può essere significativo capire soprattutto a chi possono pensare di fare riferimento o con quale altro Paese debbano fare i conti.
La preoccupazione della Corea del Sud
Da Seul si fa sapere che è in corso “un’analisi approfondita” dei nuovi missili cruise: il comando congiunto di Stato Maggiore della Corea del Sud ha precisato che l’esame in corso avviene in stretta collaborazione con le autorità di intelligence statunitensi. La difesa sudcoreana, guardando al passato, ha divulgato informazioni sui test di lancio di missili balistici in tempo reale, ma non per i vettori cruise. Le due foto del vettore, pubblicate dal giornale Rodong Sinmun, la ‘voce’ del partito dei lavoratori, hanno mostrato un missile in uscita da uno dei cinque tubi su un veicolo di lancio. L’altra foto mostra un missile in volo orizzontale.
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-09/corea-nord-seul-tokyo-washington-onu-missili.html