Fausta Speranza – Città del Vaticano
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti. Secondo la prassi, si prevede un’autolimitazione del governo che non ha più la pienezza dei poteri. Dovrebbe significare che non ha capacità programmatica e quindi che non si fanno disegni di legge (Finanziaria inclusa), non si approvano decreti legislativi (come quelli della riforma fiscale e della riforma della giustizia), salvo eccezioni imposte da scadenze imminenti (il Piano nazionale ripresa resilienza, Pnrr). Non si ipotizzano nomine. Si concludono le attività già in corso e, al bisogno, si affrontano imprevisti. In caso di emergenza si possono emanare decreti legge.
Il passaggio alla Camera
Alle 9:00 del mattino Mario Draghi si è recato alla Camera dei deputati dove ha ricevuto un lungo applauso. Ha riferito di recarsi al Quirinale, pertanto al seduta è stata aggiornata alle 12:00.
Il voto al Senato
Draghi non è stato di fatto sfiduciato: ieri il voto al Senato si è chiuso con 95 voti a favore e 38 contrari: erano 192 i senatori presenti, 133 i votanti. Ma Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle non hanno votato e dunque non si è trattato della fiducia per “un nuovo patto” così come richiesto da Draghi nel suo discorso di ieri.