Osservatore romano 15 febbraio 2023
Una continuità ogni anno rinnovata da oltre 60 anni: così il rettore professor Franco Anelli ha definito, nel Dies Academicus per l’anno 2022/2023, il lavoro educativo, di ricerca e di cura che viene con passione condotto dalla sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il suo intervento ha fatto seguito alla Santa Messa concelebrata dal cardinale José Tolentino de Mendonça prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, e da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo. Hanno partecipato ministri della Repubblica Italiana: della Salute, Orazio Schillaci; dell’Interno, Matteo Piantedosi; della Cultura, Gennaro Sangiuliano; autorità regionali e comunali.
Dell’inaugurazione dell’anno accademico come di un momento estremamente significativo ha parlato il cardinale Tolentino de Mendonça, suggerendo che «gli anni non si sommano come si fa in altre istituzioni, né il tempo che passa fa invecchiare una università». Certamente l’età viene misurata a partire dalla data di fondazione e l’arco temporale costituisce un prezioso patrimonio di esperienza, ma — ha suggerito — «in realtà una università sta sempre cominciando di nuovo, anche le università cariche di secoli sono chiamate a essere giovani, a rinascere, ogni anno, in ogni matricola che si iscrive, in ogni corso o progetto che prende le mosse, nei sogni che si rinnovano». Una considerazione che sa di raccomandazione: «In una università, le visioni non sono prefabbricate come fossero ricette, la scienza è una scuola di umiltà che ci aiuta a integrare l’errore stesso e l’incompiutezza come tappe di un processo più ampio: il percorso universitario deve essere paziente». Dunque, la responsabilità dell’università di essere «una grande potenziatrice di visioni nuove». L’accento va sull’incontro: «Preservare uno spazio per l’imprevedibile, per quello che ancora non sappiamo e che nascerà dall’incontro». L’obiettivo è l’uomo: «La forza di una università, e tanto più di una università cattolica, sta nell’impegno che essa profonde nell’inaugurare una visione dell’essere umano e della vita — visione necessariamente transdisciplinare — che rappresenti una ragione di speranza». Dunque il richiamo del prefetto all’esortazione di Papa Francesco: «Quanto sarebbe bello che le aule delle università fossero cantieri di speranza, officine dove si lavora a un futuro migliore, dove si impara a essere responsabili di sé e del mondo!» (Incontro con gli studenti e il mondo accademico, Bologna, 1° ottobre 2017).
Dell’inaugurazione dell’anno accademico come occasione ha parlato anche il rettore Anelli, spiegando «l’opportunità di guardare al futuro che esige anche un’attitudine di fiducia e determinazione di fronte alle difficoltà del presente e alle inevitabili preoccupazioni per il domani».
Un particolare saluto è stato rivolto dal rettore al preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Antonio Gasbarrini, chiamato a succedere a quella che è stata definita «la lunga e importante presidenza del professor Rocco Bellantone, in un periodo delicato e complesso, eppure di importante crescita».
Nel corso dei decenni la Facoltà medica ha educato generazioni di medici e operatori sanitari e ha raggiunto una posizione di straordinario prestigio nazionale e internazionale. Lo ha ricordato il professor Anelli aggiungendo che «la Facoltà di Medicina non è pensabile senza il Policlinico, così come la scienza medica non è pensabile dissociata dall’attività di cura».
A questo proposito Anelli ha chiarito che «parlare di policlinico universitario non significa apporre un’etichetta, ma esprimere l’essenza di un progetto culturale e ideale la cui missione è quella di mettere scienza e assistenza sanitaria a disposizione di tutti», aggiungendo che «una riduttiva e formalistica rappresentazione del Gemelli come “erogatore privato” di prestazioni sanitarie ne tradisce l’identità e il concreto operare», accomunandolo indebitamente a soggetti che si muovono in una logica profit, «pienamente legittima, ma che non appartiene allo spirito di servizio del Gemelli». Un servizio che nello specifico assicura 100mila ricoveri l’anno, un milione di prestazioni ambulatoriali, mantenendo con la realtà dell’università la capacità di «formulare sempre nuovi interrogativi, continuamente attratti, sedotti dalla curiosità». (Fausta Speranza)
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