Quel binario su cui corre la fede

19 Maggio 2023

Nel centenario di don Milani, la riflessione del cardinale Pietro Parolin

«In ogni situazione è sempre possibile fare qualcosa, anche quando tutto sembra dirci o imporci di restare fermi»: sono parole del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ispirate da «una figura impareggiabile come don Lorenzo Milani». L’occasione è stata l’inaugurazione della mostra fotografica nel centenario della nascita del prete di Barbiana alla Pontificia Università Lateranense, il 10 maggio scorso, che — ha avvertito il cardinale — non deve essere solo un momento celebrativo ma l’occasione per «guardare a quel Sacerdote e a quell’Educatore che ha saputo porsi oltre la quotidianità, tante volte routinaria e priva di stimoli». L’invito è a considerare «tutta l’attualità di Barbiana e del suo Priore». In particolare, ha suggerito il cardinale Parolin, «don Milani insegna a noi come la complessità sia qualcosa che appartiene alla società umana in ogni epoca e l’emergenza educativa ne è un risvolto costante».

Innanzitutto il Segretario di Stato ha sottolineato che don Milani ha saputo indirizzare la propria esistenza all’amore verso Dio e verso il prossimo che sono poi «il binario su cui corre la fede». Una fede che don Milani ha vissuto «come dono fin dalla sua giovinezza, che ha sposato nel sacerdozio frutto di una vocazione sin dall’inizio espressa come chiamata radicale, che ha originato anche l’attenzione e l’ascolto verso gli altri, senza indugi, né ripensamenti».

Il punto è che ha affrontato la complessità dei bisogni che vedeva oltre quella che il Segretario di Stato ha definito «la logica del fare scuola, di insegnare e di formare secondo lo schema — che è purtroppo una radicata convinzione — del “si è sempre fatto così”». Una sorta di equivoco e di illusione: «Uno schema dove la ripetizione è vista come garanzia di riuscita e soprattutto del non sbagliare, permettendo di continuare senza problemi nella convinzione che sia l’unico modo di procedere e la sola soluzione a tante esigenze o la risposta a diversi interrogativi». Di fronte a tutto ciò, don Milani ha scrutato «nuove strade per una formazione in cui l’importante non era l’ottenere un diploma, quanto piuttosto il sapere».

È noto che il bisogno diffuso era quello di tanti bambini e adolescenti che il contesto sociale, la realtà economica e, «non ultimo, un metodo scolastico volto a selezionare i migliori piuttosto che far emergere i talenti di tutti», ponevano ai margini di una società all’epoca definita complessa e «non priva di tante emergenze che toccavano anche la funzione educativa». Dunque, una notazione che porta al cuore del messaggio: di fronte a tale complessità, don Milani ebbe il coraggio di trovare risposta «in termini strutturali e non emergenziali come sarebbe stato più semplice e forse immediatamente apprezzato».

Oggi Barbiana, nelle parole del cardinale Parolin, appare «un laboratorio di vita vissuta e una risposta all’emergenza educativa nella quale il cammino nella fede si è saputo coniugare con la formazione, la cultura e la conoscenza». È importante ricordare che «alle giovani generazioni sono stati offerti lo spazio e gli strumenti di apertura alla realtà sociale, all’inserimento nella vita lavorativa e a un impegno anche di tipo politico in cui proprio il credere diventava la base non di una lettura chiusa o parziale, ma lo strumento per aprirsi e dialogare con tutti».

Ribadendo che ad alcuni l’esperienza e l’esempio di don Milani apparvero, «e appaiono ancora», non come una scelta profetica e creativa capace di leggere i segni dei tempi, ma semplicemente come un atteggiamento che voleva porsi al di fuori degli schemi o delle impostazioni tradizionali dei processi e delle strutture educative, il cardinale Parolin ha spiegato: «Nei processi di apprendimento che vogliono realizzare una sana integrazione si deve procedere non con teorie, pur se ben strutturate, dell’altro o dell’alterità, quanto piuttosto ricercando e conoscendo l’identità dell’altro, in particolare il complesso fattore identitario che ispira il pensiero, la condotta e lo spirito dell’altro». E c’è un aspetto da cogliere nello spessore dell’apostolato di don Milani che resta valido: «L’idea di un mondo che andava oltre i piccoli centri da cui provenivano i giovani alunni», che «si apriva ben al di là dei confini di uno Stato o di un continente, per scoprire la ricchezza di quella diversità che della famiglia umana è propria».

Il richiamo alle testimonianze di chi quella realtà ha vissuto e praticato nel quotidiano rapporto con don Lorenzo nella Scuola di Barbiana — ha sottolineato il Segretario di Stato — arricchiscono il valore delle immagini fotografiche della mostra e aiutano a comprendere che «non si tratta semplicemente di proporre una storia o di narrare un’esperienza». Il cardinale Parolin ha ribadito che «se questa fosse la finalità, se la ricchezza di un progetto pedagogico si riducesse a narrazione o a esperienza, ne avremmo perso il senso, la finalità, ma soprattutto lo spirito che motivò la sua nascita e quindi l’impegno del Priore di Barbiana». Un impegno che il cardinale ha poi sintetizzato affermando che «quello di don Milani resta un esempio di come l’essere sacerdote significhi sapersi aprire alle ansie degli altri, rispondere a ciò di cui ha bisogno il gregge che si ha in custodia. E questo in termini ed azioni di autentico servizio».

Sullo sfondo la convinzione espressa da Papa Francesco in occasione della visita alla tomba di don Lorenzo Milani a Barbiana il 20 giugno 2017: «La dimensione sacerdotale è la radice di tutto quello che ha fatto. Tutto nasce dal suo essere prete. Ma, a sua volta, il suo essere prete ha una radice ancora più profonda: la sua fede».

di FAUSTA SPERANZA

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-05/quo-115/quel-binario.html

Laudato Si’ e Acqua: con la presidente di Sicut Novellae Olivarum

25 Maggio 2023

 Ecumenismo ed ecologia nella Laudato si’

L’Associazione Sicut Novellae Olivarum ha organizzato la presentazione di

Se l’acqua è sacra di Paolo Minnielli

Mis-en-scene  dal libro  di Fausta Speranza Il senso della sete. L’acqua tra diritti non scontati e urgenze geopolitiche

Introduce Suor Maria Giampiccolo, Consigliera e Vicaria generale della Congregazione delle Figlie della Chiesa e presidente dell’Associazione Sicut Novellae Olivarum

a Piazza Santa Maria delle Grazie al Trionfale, a Roma


di seguito l’articolo di Emanuele Mariani pubblicato sul sito delle Figlie della Chiesa:

TUTELARE L’ACQUA ANCHE CON UN FILMATO ED UN
LIBRO, NEL SOLCO DELLA “LAUDATO SII”

Spesso si parla di quante risorse vengono sprecate dall’uomo sul nostro pianeta. E spesso si parla di ecologia in relazione al creato ed alle sue bellezze: ne discutono da tempo, con lo stesso fine di tutela, cattolici e laici.
Anche Papa Francesco, con l’Enciclica,  Laudato Si’, ha dato il suo importante contributo, ricordandoci che il bene comune si persegue anche con la protezione e la corretta distribuzione delle risorse che Dio ci ha dato.
La discussione sui temi ambientali ed in particolare su quanto sia importante uno tra i primari beni dell’umanità, ovvero l’acqua, è stato al centro della presentazione del filmato Se l’acqua è sacra dell’attore e regista Paolo Minnielli, ispirato dal libro della giornalista, Fausta Speranza dal titolo: Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità (Infinito Edizioni), presentati entrambi, l’altra sera a Roma, presso il teatro della Parrocchia Santa Maria delle Grazie al Trionfale, nell’ambito delle iniziative per la festa della Madonna delle Grazie 2023.
La proiezione del cortometraggio e del libro è stata preceduta dalla relazione “Ecumenismo ed ecologia nella Laudato Si’, tenuta da Suor Maria Giampiccolo, Vicaria Generale delle Figlie della Chiesa, che si è soffermata in particolare sul senso “ecumenico” del creato e su come si sia diffuso storicamente, nei secoli, il sentimento universale della tutela dei beni comuni, concetto ribadito e cristallizzato nell’Enciclica pontificia.
Siamo tutti chiamati a difendere e a non disperdere, con inutili sprechi, i doni preziosi (tra questi certamente e soprattutto l’acqua) che Dio ha affidato all’umanità, considerato che persino i tratti di mare e di oceano sono spesso contesi e oggetti di dispute giuridiche, non di facile risoluzione, senza tralasciare l’incidenza che il cambiamento climatico sta causando sui territori (le tristi cronache dall’Emilia-Romagna di questi giorni ne sono drammatica testimonianza).
Il filmato  Se l’acqua è sacra è stato  presentato, lo scorso 22 marzo  all’evento Aquae, tenutosi a Roma nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023 ed è una coproduzione Vatican Media e Framexs. Si tratta di  una mis-en-scène di Paolo Minnielli con brani tratti appunto dal libro  Il senso della sete di Fausta Speranza, per la regia di Stefano Gabriele, presente alla proiezione nel teatro parrocchiale.
Le immagini sono accompagnate e magistralmente inframmezzate dalle arie suonate, alla chitarra, dalla concertista Antonella Tondi.
Nel video, parlano dell’acqua, giovani e leader religiosi: il Rabbino Ariel Di
Porto; il Segretario Generale della Grande Moschea di Roma, Abdellah Redouane;Suor Linda Pocher dell’Auxilium.
Impreziosisce il libro di Fausta Speranza, una lettera personale di Papa
Francesco all’autrice.
Erano presenti alla proiezione, nel teatro parrocchiale, anche le colleghe
giornaliste Roberta Gisotti e Silvia Guidi, del direttivo dell’Associazione Donne in vaticano D.Va.