Di seguito l’articolo cheMonsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanente della Santa Sede presso il polo romano delle Nazioni Unite (FAO, FIDA e Programma alimentare mondiale) ha avuto la bontà di dedicare a Il senso della sete sulla rivista Urbaniana University Press, a gennaio 2024
Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spiritualità
Infinito edizioni, Formigine, MO 2021, 256 pp.
Il libro “Il senso della sete. L’acqua tra geopolitica, diritti, arte e spi- ritualità” di Fausta Speranza, brillante giornalista dei media vaticani, è dedicato interamente alla più essenziale delle risorse naturali, l’acqua, che rappresenta un motore di sviluppo economico primordiale da preservare, difendere e promuovere, nelle città e nelle aree più rurali, da parte degli Stati e dalle persone. Edita da Infinito edizioni, la pubblicazione è cor- redata da una lettera di Papa Francesco che ringrazia l’autrice per il suo lavoro e sottolinea come «coltivare e custodire il Creato» sia «un’indica- zione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi, per far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un luogo abitabile per tutti » (p. 9). Inoltre, diversi punti di vista − contenuti nelle prefazioni, introduzioni e postfazione − impreziosiscono il volume che si configura come importante punto di riferimento su una tematica così arti- colata e sfaccettata. Se, nella prima parte, l’autrice denuncia i tanti disastri ambientali legati all’“oro blu”, nella seconda analizza come la tecnologia possa aiutare la conversione ecologica a favore del nostro Pianeta e, infine, nella terza ed ultima parte Fausta Speranza tratta in maniera scrupolosa il rapporto dell’acqua con le religioni, la letteratura, le arti visive, la musica, l’architettura e il cinema, trovando un bacino di saggezza, sacralità che può nutrire lo slancio di cui abbiamo bisogno per invertire la rotta degli attuali disastri ambientali.
Oltre ad essere l’origine della vita, delle civiltà e dello sviluppo economico, l’acqua ha anche un profondo valore simbolico, presente tra l’altro in moltissime religioni. Purtroppo, lo sfruttamento smisurato delle risorse naturali, in un mondo che conosce soltanto la logica del profitto, sta crean- do le condizioni per avvicinarsi ad un punto di non ritorno in cui siccità e inondazioni rischiano di incrementare le migrazioni di massa. Nel 2022, circa 2.2 miliardi di persone non hanno avuto accesso a fonti d’acqua si- cure e l’International Food Policy Research Institute (IFPRI) prevede che, considerati gli attuali tassi di crescita demografica e di consumo idrico, entro il 2025 il fabbisogno di acqua aumenterà di oltre il 50%. Ad essere colpiti maggiormente saranno gli agricoltori, soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove i raccolti dipendono da sistemi di irrigazione ad alto consumo d’acqua. Vi sono, inoltre, 17 Paesi che ospitano circa un quarto della popo- lazione mondiale che stanno affrontando una gravissima crisi idrica, con un rischio molto elevato di terminare le proprie risorse di acqua. Se guardia- mo all’Unione Europea, il 12% della popolazione lamenta problematiche legate all’acqua che riguardano non tanto la scarsità quanto l’inquinamen- to. Nello scacchiere internazionale l’acqua riveste dunque un’importanza strategica: si pensi, ad esempio, alla crisi del lago Ciad che rappresenta il bacino idrico più importante dell’Africa centro-settentrionale in quanto fornisce acqua ai quattro Stati circostanti (Ciad, Camerun, Nigeria e Niger) e che negli ultimi anni si sta prosciugando a ritmi preoccupanti, causando massicci flussi migratori.
Ispirandosi all’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e all’idea che tutto è intimamente connesso, dal libro emerge la forte correlazione tra cura del creato e cura delle comunità che lo abitano. L’uomo, la natura, lo sviluppo sono legati indissolubilmente all’acqua, ma sono ancora troppe le persone che non vi hanno accesso anche se, come ha ricordato il Santo Padre nella suddetta Enciclica, « l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità » (LS, 30). La tesi più interessante intorno alla quale ruota l’intero libro è considerare l’acqua come il primo dei diritti umani, diritto che costituisce l’architra- ve di tutti gli altri diritti. Eppure, nel 2020, in piena pandemia, l’acqua è stata quotata in borsa al pari dell’oro, del petrolio o di qualsiasi altra merce, soggetta alle speculazioni del mercato che fanno lievitare i prezzi sulla base dello loro reale o presunta scarsità. Speculare su un bene come l’acqua è davvero immorale ed è il risultato di una mentalità utilitaristica che monetizza tutto, anche ciò che deve rimanere un bene comune, vale a dire un bene la cui utilizzazione economica non può andare ad intaccare il nucleo essenziale dei diritti umani.
Non c’è dubbio che il degrado ambientale globale ci chiami a rivedere le nostre politiche e a rivedere l’economia e lo sviluppo sociale in termini di sostenibilità. In un’era dominata dalla tecnologia dove si raggiungono formidabili conquiste, è paradossale che rimangano irrisolte questioni fon- damentali in cui sono in gioco l’esistenza e la dignità dell’essere umano. È dunque estremamente urgente ripensare l’intero sistema di relazioni tra persone, tecnologia e ambiente e parlare di ecologia «avendo a cuore il bene degli esseri umani e della casa comune, nell’interezza della concezio- ne di bene e nella completezza di senso delle possibili relazioni » (p.75).
La riflessione illuminante di Fausta Speranza sull’acqua mette in luce, attraverso una vasta raccolta di informazioni e di lunghe ricerche, i temi e le problematiche che attraversano le varie questioni legate a tale bene. Il volume, inoltre, offre al lettore interessanti spunti di riflessione sul «pri- mo, basilare ed emblematico elemento naturale da cui partire per riflettere sulle urgenze del pianeta » che « rappresenta un fattore chiave per la sussi- stenza, utile per ragionare di un nuovo patto sociale globale » (p. 27).
Fernando Chica Arellano
1/2024 ANNO LXXVII 337 URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL