24 ORE NEL MONDO

19 marzo 2004

●  A Bruxelles primo consulto tra i ministri degli interni e della giustizia di 5 grandi Paesi, su come rafforzare gli strumenti comuni nella lotta al terrorismo. Sugli incontri indetti in via straordinaria dopo le bombe di Madrid, il servizio di Fausta Speranza:

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I ministri di Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, sono riuniti da questa mattina a margine del Consiglio straordinario Affari Interni e Giustizia dell’Ue che si terrà nel pomeriggio. Ieri, nella riunione dei rappresentanti, i Quindici i sono detti d’accordo sull’istituzione di un coordinatore unico per la sicurezza, quello che è stato definito il super commissario per il terrorismo.

Adottata anche una clausola di solidarietà che impegna i Paesi ad agire ”congiuntamente e con spirito solidale” a fianco di uno Stato membro, vittima di un attacco. Punto centrale della strategia da mettere a punto è il rafforzamento della cooperazione nella raccolta ed elaborazione di tutte le informazioni utili ai fini della lotta al terrorismo. Dall’incontro di questa mattina sembra sia emerso un consenso sull’introduzione dell’obbligo di conservare i dati telefonici e del traffico Internet per facilitare le indagini  e sulla creazione di un registro europeo dei passaporti rubati.

A proposito della rete di informazioni europea, il ministro degli interni tedesco, Schily, chiede ”incontri regolari dei capi dei servizi di intelligence a Bruxelles”, ma al di fuori della struttura Europol, che è piuttosto ”una struttura di polizia”. Sembra, quindi, tramontata l’ipotesi di una sorta di Cia europea.  In ogni caso, dopo l’incontro di queste ore dei ministri dei 5 Paesi, lunedì si riuniranno a Madrid anche i capi dei rispettivi servizi di Intelligence. Questi gli appuntamenti del gruppo ristretto, ma non bisogna dimenticare il vertice straordinario del pomeriggio che riunisce i ministri di interni e giustizia di tutti gli Stati membri dell’Unione.
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Sugli allarmi terrorismo, è intervenuto in Italia il presidente della Repubblica, Ciampi, affermando che tutta Europa è sotto attacco e che i morti di Madrid sono i morti di tutti gli europei. “Dobbiamo avanzare sulla via dell’unificazione politica dell’Europa – ha detto Ciampi – ed è più che mai urgente approvare una nuova Costituzione che consenta alle nazioni europee di dare una risposta forte alla sfida di questo barbaro terrorismo”.
Restano in carcere i primi cinque fermati dalla polizia spagnola per le stragi di Madrid. Si tratta di tre marocchini e due indiani che hanno negato ogni legame con al Qaeda. I tre marocchini, Jamal Zougam, Mohamed Bekkali e Mohamed Chaui, sono sospettati di appartenere a una organizzazione terroristica e di essere responsabili di  190 omicidi e 1.400 tentati omicidi, oltre a danni e furto di  auto. Nel caso dei due indiani, Vinay Kohly e Surech Kumar, il giudice ha motivato la sua decisione di tenerli in detenzione  con il sospetto di collaborazione con organizzazione terroristica e falsificazione di documenti.

24 ORE NEL MONDO

22 marzo 2004

Il Consiglio dei ministri dell’Ue, così come la Commissione, condanna “l’uccisione extragiudiziaria” del leader di Hamas e di altri otto palestinesi da parte delle forze israeliane questa mattina. E’ quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio dei ministri europei. Le crisi internazionali incombono, dunque, sulla riunione dei ministri degli Esteri dei Quindici che si è aperta questa mattina a Bruxelles sui temi della lotta al terrorismo e del rilancio della strategia economica messa a punto nel vertice di Lisbona del 2000. Il servizio di Fausta Speranza:

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I capi delle diplomazie europee sono riuniti in preparazione del Consiglio di giovedì e venerdì prossimo. Gli argomenti in agenda sono quelli che attendono i leader per questo vertice di primavera e cioè cooperazione per la sicurezza e rilancio dell’economia. Ma è forte l’eco di quanto avviene in Medio Oriente, in Afghanistan e nei Balcani. In tema di terrorismo, il dibattito è aperto da giorni: ci sono stati gli incontri a livello di ministri di interni e giustizia e c’è proprio in queste ore a Madrid la riunione dei servizi di intelligence di Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna, i cosiddetti Grandi. E’ una riunione a porte chiuse in una sede non rivelata, visto il coinvolgimento dei servizi segreti e il carattere operativo della discussione. Va detto che l’Unione non vorrebbe parlare di terrorismo solo in termini di prevenzione poliziesca ma anche affrontando le motivazioni profonde del fenomeno. Lo sottolinea il ministro italiano, Frattini, a margine dell’incontro a Bruxelles, spiegando che l’Italia sostiene un progetto di ricerca delle cause profonde che alimentano il terrore. E un documento comune dei Quindici in tema di terrorismo ci sarà presto: sarà presentato al vertice dei leader di giovedì e venerdì. In termini di impegno politico, il dibattito è aperto su come possa essere più attivo il ruolo dell’Unione europea nei Balcani, dove ancora regna l’instabilità. Su questo tema ci sono consultazioni in corso tra i maggiori Paesi europei impegnati nell’area e gli Stati Uniti. E non si esclude in prospettiva una consultazione del Gruppo di Contatto.
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24 ORE NEL MONDO

25 marzo 2004

Conferenza intergovernativa e dunque costituzione, terrorismo e questioni economiche: queste le direttrici su cui l’Unione Europea tenta di pronunciare parole chiave per il prossimo futuro. È l’attesa per il vertice dei capi di Stato e di governo che si apre nel pomeriggio a Bruxelles. Nella sua presentazione, il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, ha definito il terrorismo la più grave minaccia per il mondo libero, dopo la Seconda Guerra Mondiale e ha poi annunciato di essere ottimista per quanto riguarda il trattato costituzionale. Il servizio dalla nostra inviata a Bruxelles, Fausta Speranza:

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Terrorismo, Iraq, Medio Oriente reclamano un’Unione in grado di prendere decisioni politiche, che significa un’Europa che ha fatto le riforme costituzionali. Ne sono consapevoli i leader che si ritroveranno alle 18.00 per la prima riunione di questo vertice di primavera, che fa seguito a quello segnato dal fallimento sulla Costituzione. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le dichiarazioni di disponibilità per un accordo sul nodo del sistema di voto e si intravede la svolta entro giugno. E’ possibile, se oggi si gettano le basi, e promettente la dichiarazione di poco fa del capo della diplomazia polacca. Varsavia non esclude più un compromesso sulla doppia maggioranza, cioè 50 per cento degli Stati più uno, che rappresentino il 60 per cento della popolazione. Dopo le aperture del futuro premier spagnolo, dunque, non c’è più il veto né di Spagna, né di Polonia, che ha bloccato la discussione a dicembre scorso. L’ipotesi degli ultimi giorni è di ritoccare la percentuale, portandola a 55 e 65, ma Prodi avverte: “Se si alza troppo sarà sempre blocco decisionale, come per l’unanimità”. Qualcuno ipotizza anche che il compromesso possa essere sulla data dell’entrata in vigore del nuovo sistema, piuttosto che sulla percentuale. In ogni caso poter decidere è il vero nodo da sciogliere, perché l’Europa risponda al terrorismo con un progetto politico che vada oltre le misure prese in questi giorni per lo scambio di informazioni sul piano operativo. E nel documento sul terrorismo, il più atteso di questo vertice, ci aspettiamo di leggere idee chiave. Tra le decisioni che attendono i Paesi europei e sulle quali dunque l’appuntamento di oggi e domani doveva pronunciarsi, ma probabilmente non ce la farà, ci sono anche le questioni dell’economia. Dalle parole dell’agenda di Lisbona del 2000 infatti si deve ancora passare ai fatti.

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24 ORE NEL MONDO

26 marzo 2004

Dopo la dichiarazione comune contro il terrorismo e l’annuncio di un accordo di ieri sera sulla Costituzione entro giugno, le questioni economiche e l’Iraq impegnano oggi i leader europei riuniti nella giornata conclusiva del vertice del Consiglio a Bruxelles. Dei lavori di questa mattina ha riferito in conferenza stampa il presidente del parlamento europeo Pat Cox. La parola alla nostra inviata a Bruxelles Fausta Speranza:

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Il 40 per cento delle direttive economiche dell’agenda di Lisbona del 2000 non sono state ancora recepite dagli Stati. Chiarisce così il lavoro che resta da fare il Presidente del Parlamento che ricorda gli obiettivi di competitività e sviluppo da rispettare entro il 2010. Punti deboli: la crescita e l’occupazione. Una priorità: gli investimenti nella ricerca. Ormai alla vigilia dell’allargamento a 25 non sono più ammessi ritardi per un mercato unico. Il progresso fatto nell’incontro di questa mattina  Pat Cox lo riassume dicendo: “l’impasse è superata”. E’ la stessa espressione usata ieri dal presidente di turno irlandese del Consiglio, Ahern, e sembra l’espressione chiave per questo Vertice al quale i leader sono giunti scossi dai fatti di Madrid. “L’Europa non si ferma”, è stato ieri il messaggio del presidente della Commissione, Prodi. Lo slancio decisionale segna la lotta al terrorismo: con il documento presentato ieri si chiede di mettere in atto senza più ritardi le misure studiate dopo l’11 settembre del 2001, in particolare il mandato di arresto europeo. Novità: il commissario antiterrorismo e la clausola di solidarietà.

Ma soprattutto c’è il balzo in avanti sulla via della Carta costituzionale: l’impegno di tutti a giungere ad un accordo entro il prossimo Vertice del 17 e 18 giugno, forse anche prima delle elezioni europee del 12 e 13. Ahern spiega che resta la prospettiva della doppia maggioranza per il discusso sistema di voto, cioè una percentuale di Stati che rappresenti una certa percentuale di popolazione, ma non si sa le cifre ipotizzate di 50 per cento + 1 per gli Stati e 60 per cento  per la popolazione verranno ritoccate. Si sa solo che c’è l’intenzione di tutti di arrivare a un compromesso. Dalle ultime riunioni di lavoro, con il conclusivo pranzo, ci si attende un pronunciamento significativo sull’Iraq: la richiesta formale di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza perché l’Onu torni ad avere un ruolo centrale nel Paese.

Ma è evidente che per l’Europa il presupposto di ogni scelta politica incisiva  è la Costituzione. Fondamentale, dunque, l’annuncio della ripresa del negoziato. Ma in definitiva, è emersa un’intesa o la conferma di buoni propositi? Lo abbiamo chiesto a Andrea Bonanni, esperto di questioni europee del quotidiano La Repubblica:

R. – Possiamo dire che siamo per il momento al livello dei buoni propositi, anche se c’è un’intesa nell’andare avanti, nel riaprire e chiudere addirittura il negoziato entro il termine della presidenza irlandese, cioè entro giugno. I problemi rimangono ancora tutti sul tappeto. C’è però la volontà di tutti di fare concessioni e di trovare un’intesa.

D. – Quanto possono avere pesato i fatti di Madrid?

R. – I fatti di Madrid sono stati indubbiamente l’elemento di svolta di tutto, perché hanno reso tutti consapevoli che l’unica risposta politica alta che si può dare alla sfida del terrorismo è quella di dimostrare che l’Europa è in grado di darsi una costituzione, di iscrivere in questa costituzione una serie di valori democratici e anche di darsi gli strumenti, sempre con la costituzione, per una più stretta cooperazione in materia di lotta alla criminalità e lotta al terrorismo.

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