I cinesi e la corsa all’oro del Ghana

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In Ghana i cinesi invadono ma non hanno affatto la vita facile che hanno in altri Paesi africani. di Fausta Speranza

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Si chiamano galamsey operator, sono i cercatori d’oro illegali. Sono soprattutto cinesi. Arrivati in Ghana in numero massiccio negli ultimi tre anni: almeno 35.000, provenienti in particolare dalla regione cinese di Guangxi Zhuang. Non si sa come siano entrati illegalmente nel Paese ma si sa che 4500 sono stati espatriati nel solo 2013. Le autorità hanno provveduto all’espatrio per le gravi tensioni sociali che si erano create con la popolazione. Di fatto sono stati i pacifici ghanesi a dichiarare guerra a questo esercito di illegali arrivato con materiale tecnologico all’avanguardia per l’estrazione dell’oro.

In particolare parliamo della regione dello Ashanti, a nord di Accra ma ancora in zona quasi centrale del Paese. Gli episodi di violenza sono avvenuti soprattutto nei villaggi intorno a Obuasi, ma anche nella zona di Nsuaem Kyekyewere, che sta nella cosiddetta regione centrale che, a dispetto del nome, penetra nella zona nord del Ghana. In modo fraudolento, ignorando le autorizzazioni governative necessarie per lo sfruttamento delle miniere nel Paese, i cinesi fanno fortissimi ricavi. Ma sono stati oggetto di veri e propri attacchi da parte della popolazione che si è vista colpita in quella che da sempre è la prima risorsa del Ghana, l’oro. Basti ricordare che il tratto di costa ghanese sul Golfo di Guinea è stata denominata dai colonizzatori inglesi la Gold Coast.

In Ghana ti raccontano che i cinesi, asserragliati nelle foreste e impegnati solo di notte nell’estrazione furtiva nelle miniere, assaltano i villaggi e stuprano le donne.

Ma si capisce presto che sono storie raccontate per alimentare l’odio. In realtà risulta che controllino ormai la metà delle oltre 100 tonnellate di oro ricavate all’anno. E questo basta per essere invisi. All’inizio, in realtà, sono stati accolti con favore e stupore perchè avevano macchinari che semplificavano di gran lunga le metodologie locali. Ma poi la gente si è accorta che a beneficiarne erano solo i cinesi. Una consapevolezza presto assunta che colpisce, pensando ai tanti Paesi dell’Africa che consegnano risorse e terre a personale cinese che non chiede tutti i vincoli che l’Europa pretende in termini di diritti umani e rispetto dell’ambiente e che paga in contanti.

Ma bisogna ben focalizzare che la reazione delle autorità è arrivata in Ghana solo dopo fortissima pressione dal basso. I governi di Accra e Pechino firmano accordi significativi per investimenti in costruzioni e infrastrutture. Come dire, Accra ha accompagnato alla frontiera tanti illegali mentre prepara ben più numerosi legittimi visti. In barba al legame preferenziale e d’eccezione con Usa, Europa, Onu.

da Famiglia Cristiana del 16 ottobre del 2014

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