Fausta Speranza – Città del Vaticano
L’Europarlamento ha approvato in via definitiva la nuova direttiva sulle acque potabili, la prima legislazione europea adottata in seguito a una mobilitazione dei cittadini, la campagna Right2Water del 2013. Il provvedimento arriva dopo 20 anni dalla precedente normativa e impone una stretta a contaminanti vecchi (piombo) e nuovi (Pfas, microplastiche). Entro l’inizio del 2022, la Commissione redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti autorizzati a entrare in contatto con l’acqua potabile. Tra le sostanze bandite ci saranno i prodotti farmaceutici, i composti che alterano il sistema endocrino, le microplastiche. La Direttiva incoraggia inoltre il consumo di acqua del rubinetto, anche attraverso disposizioni sulla trasparenza delle bollette.
Su proposta della società civile
E’ la prima legislazione europea adottata in seguito ad una mobilitazione dei cittadini: la campagna Right2Water che, partita nel 2013, ha raccolto il consenso di 1.800.000 europei, arrivando così a fare pressione sulla Commissione che ha elaborato il testo, approvato poi mesi fa dal Consiglio europeo e oggi dal Parlamento europeo. La Direttiva fissa alcuni parametri importanti, che saranno vincolanti entro due anni per ogni Stato membro.
Intanto a Wall Street l’acqua si quota in Borsa
Dopo un iter di mesi e mesi, la direttiva arriva a distanza di cinque giorni dall’annuncio che ha colpito gli Stati Uniti e non solo: l’acqua è arrivata in Borsa. La preziosa risorsa idrica si è aggiunta all’oro, al petrolio e ad altre materie prime scambiate a Wall Street, sulla scia delle crescenti preoccupazioni sulla scarsità nel mondo di questo bene essenziale per la vita. Cme Group, collaborando con Nasdaq, ha lanciato il primo future al mondo sulla risorsa idrica. Un annuncio che preoccupa tutti i membri dell’Assemblea parlamentare Ue perché fa pensare a possibili mercificazioni più di quanto sia già possibile nelle filiere di distribuzione nel mondo. Dell’importanza della nuova Direttiva Ue abbiamo parlato con l’eurodeputata del gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici Simona Bonafè:
Bonafè sottolinea l’importanza in assoluto di una presa di posizione così netta da parte dell’Ue a difesa dell’acqua in quanto bene pubblico proprio in un momento in cui si parla di acqua sui mercati azionari. Poi ricorda che la normativa difende anche la qualità di quello che beviamo e viene incontro anche all’esigenza sempre crescente di farne buon uso limitando gli sprechi di fronte alla continua riduzione dei bacini idrici. Mette in luce anche le maggiori garanzie previste per i consumatori circa il diritto ad essere informati sul trattamento, il prezzo e la qualità dell’acqua. Bonafé spiega anche che offrendo maggiori garanzia sulla qualità dell’acqua si disincentiva anche il consumo di acqua in bottiglia, sottolineando che potrebbe far risparmiare alle famiglie in Europa oltre 600 milioni di euro l’anno, senza dimenticare che si eviterebbe tanti rifiuti di plastica che finiscono nei mari.
“Terrificante l’ipotesi di qualsiasi mercificazione del bene più essenziale di tutti”, dice l’eurodeputata del gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea, Eleonora Evi, che sottoscrive la positività della Direttiva, affermando che bisognerebbe fare perfino di più:
L’eurodeputata Evi spiega che sono innegabili i passi in avanti della nuova direttiva sulle acque potabili, sottolineando l’importanza di imporre, come viene fatto, il monitoraggio su sostanze inquinanti già riconosciute ma anche su altre di cui, a vent’anni dall’ultima direttiva, abbiamo capito le conseguenze. E, a questo proposito, Evi cita le micropastiche, ricordando che sono state rinvenute nell’acqua che beviamo, e poi cita sostanze, come i cosiddetti Pfas ma non solo, spiegando che è importante che la Direttiva ne parli sottolineando che sono stati riconosciuti come “inquinanti endocrini”, cioè in grado di interferire con lo sviluppo umano. Si tratta di interferenze molto gravi per esempio nel caso del feto e dei bambini anche per lo sviluppo cognitivo. Evi sottolinea che la Direttiva è un grosso passo avanti, spiegando però che ci sarebbe stato ancora di più da fare. Ad esempio, a proposito del principio dell’acqua come bene pubblico Evi afferma che è terrificante la notizia della quotazione in Borsa e ribadisce l’importanza della normativa Ue che blinda il concetto di bene pubblico. Ma spiega anche che la normativa Ue invita gli Stati membri a rispettare il principio ma non entra nella scelta tra municipalizzazione e privatizzazione, che resta ai singoli Stati membri.