Nello suo spazio Notte del Gr1, Sandro Capitani ospita in diretta Fausta Speranza per parlare di “Africa in affitto” e dell’epicentro del terrorismo internazionale nel continente africano:
Nello suo spazio Notte del Gr1, Sandro Capitani ospita in diretta Fausta Speranza per parlare di “Africa in affitto” e dell’epicentro del terrorismo internazionale nel continente africano:
A distanza di quasi 20 anni dalla nascita del progetto di una comunità economica africana, oggi si raccolgono alcuni frutti importanti e soprattutto le prospettive appaiono concrete. Fausta Speranza
28 febbraio 2010
In soli 4 paesi del continente gli investitori stranieri controllano ben 2 milioni gli ettari di terra. Fausta Speranza
21/2/2010
Armi, spie, enti e cultura: l’offensiva iraniana in Afghanistan
Secondo Dolat Nouruzi del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, movimento di opposizione iraniano a Parigi, Teheran fomenta il terrorismo in Afghanistan. La zona di Herat è fondamentale per lo smistamento di armi e uomini dei servizi iraniani. Tra gli obiettivi osteggiare i pashtun e cacciare le forze straniere.
di Fausta Speranza
Il regime di Teheran muove parecchi fili in Afghanistan e mai come ora sta raccogliendo i frutti di una semina che è cominciata anni fa. L’Iran ha una lunga frontiera con l’Afghanistan e molti afghani sono sciiti. E’ immediato, dunque, pensare che Teheran abbia le mani in pasta nella fase di instabilità che sta vivendo l’Afghanistan. E’ evidente anche l’accresciuto interesse: più Washington è impantanata in territorio afghano e meno ha possibilità di intervenire in alcun modo in Iran.
Nutrire il terrorismo, dunque, è missione prioritaria per la Repubblica islamica iraniana. L’Iran rappresenta il corridoio per il passaggio di uomini e armamenti in Afghanistan e in Pakistan, e resta attivo nonostante l’impegno delle forze internazionali. La base di Ansar, nel nord est dell’Iran, è punto nevralgico per tutto ciò. La zona di Herat, in Afghanistan, è un crocevia di smistamento delle armi benedette dai Mullah.
E’ una regione che si distingue per la mancanza di sicurezza. Nella regione di Herat c’è Valsoali, teatro il 13 ottobre 2008 di un attentato che ha distrutto una scuola che era stata da poco ristrutturata da una squadra italiana. Tra gli obiettivi del terrorismo c’è quello di far fuori tutte le forze straniere.
Ma la strategia di ingerenza è partita da lontano e non si muove solo sul binario del terrorismo. Quando i talebani erano al potere, molti dissidenti sono stati accolti a Teheran. Quei dissidenti oggi sono funzionari del governo di Karzai o governatori di amministrazioni importanti, e sono dunque punti fermi a Kabul per il regime di Khamenei, punti di influenza politica. Oppure sono titolari di compagnie legate a enti che gestiscono i campi dell’agricoltura, delle costruzioni o della cultura in diverse città afghane. Tante di queste compagnie e di questi enti sono un’efficiente copertura per i servizi segreti iraniani o sono cassa di risonanza dei valori della Rivoluzione islamica.
Ne è sicura la responsabile degli Affari Esteri del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, signora Dolat Nouruzi. Si tratta del gruppo di opposizione al regime di Teheran che ha sede a Parigi e che raccoglie ogni primavera nella capitale francese decine di migliaia di iraniani da tutto il mondo per il raduno annuale. Dolat Nouruzi a Limes fa un esempio preciso di compagnia di copertura: la compagnia Abadgaran, che ha sede proprio ad Herat. E poi conferma che la rete di funzionari e servizi segreti iraniani è significativa anche a kabul, Badghes, Bamian, Dainki. Da questi centri i servizi iraniani controllano pressoché tutto il territorio afghano.
A livello culturale i difensori del regime di Teheran trovano terreno fertile dove è maggiore la presenza di persone di lingua farsi e di sciiti e dove è più scarsa la presenza del gruppo etnico-linguistico dei pashtun. Dal punto di vista culturale, tra le “basi” della Rivoluzione islamica ci sono Kabul, Mazar Sharif, Kandahar, Jalal Abad. Per quanto riguarda la convivenza tra sciiti e sunniti, ovviamente la lunga mano dei Mullah è impegnata a provocare e a alimentare tensioni, anche attraverso organi di stampa locali. Dunque, armi, influenza politica e propaganda sono gli ingredienti di una presenza iraniana che si sta facendo sempre più significativa in Afghanistan, teatro ogni giorno di attacchi sanguinosi e teatro dei difficilissimi passi del presidente Karzai verso il nuovo governo.
La forza speciale dei Qods, voluta dai Mullah nel 1990 come braccio armato della Rivoluzione islamica iraniana per l’esportazione del fondamentalismo, ha lavorato molto in Afghanistan, come d’altra parte ha lavorato e sta lavorando in Iraq. In generale, a Teheran gli affari afghani vengono seguiti da vicino da Said Jalili, Segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale e fidatissimo di Khamenei. Non solo, nel Ministero degli Esteri iraniano c’è una “divisione Afghanistan”, diretta da Mohammad Ebrahim Taherian, ex ambasciatore iraniano in Afghanistan, che segue il “caso” Afghanistan dal punto di vista politico. Nella Forza Qods, gli “affari afghani” vengono coordinati dal generale passdar Mussavi.
L’Iran è una Repubblica Islamica basata sull’Istituto del “Velayat-e-Faqih”, il primato del giureconsulto sciita, praticamente il ruolo assoluto del clero. Questo è il “prodotto” principale che il regime dei Mullah vorrebbe esportare in Afghanistan, come anche in Libano, in Iraq e altrove. Ma, stando alle ultime notizie da Teheran sembra proprio che l’esercito di giovani che rappresentano il 70% degli oltre 68 milioni di iraniani abbiano ora come obbiettivo di rimettere in discussione tale primato.
Mentre nelle dimostrazioni post elezioni del 12 giugno scorso, la parola d’ordine era contestare Ahmadinejad, negli ultimi video che giungono di nascosto dalle università iraniane le urla sono contro l’autorità religiosa Khamenei, che ha veramente in mano il potere del Paese. Le manifestazioni continuano nonostante le condanne a morte eseguite in piazza e quelle annunciate. E il punto è che sembra proprio che le manifestazioni stiano alzando il tiro. Secondo Dolat Nouruzi, stanno per rovesciare il regime a Teheran. Significherebbe una scossa notevole a tanti equilibri di potere nella regione mediorientale..
Fra la rassegnazione o, peggio, l’ indifferenza delle Nazioni Unite la Somalia, paradigma della lotta tra estremisti islamici, è da anni il principale epicentro africano dello scontro tra il terrorismo internazionale, Stati Uniti ed Europa. Fausta Speranza
31 gennaio 2010
Simbolo della lotta contro l’apartheid il Sud Africa spera che i mondiali di calcio,in programma dall’ 11 giugno all’ 11 luglio, contribuiscano ad arginare la proliferazione di una criminalità tanto diffusa da far temere l’invivibilità socio-economica del paese. Fausta Speranza
24 gennaio 2010
Presentati stamani, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, i Lineamenta dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre prossimo, sul tema: “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo ed un’anima sola”. Sul contenuto dei Lineamenta il servizio di Fausta Speranza:
19 gennaio 2010
“Quando i cristiani soffrono ingiustamente è il corpo di Cristo ad essere ferito”: sono parole del cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che, dopo i gravi fatti della Notte di Natale ortodosso in Egitto, ha scritto una lettera al capo spirituale della chiesa copta ortodossa di Egitto, Shenouda III. Il servizio di Fausta Speranza che ha parlato con Mario Mauro del ruolo della comunità internazionale di fronte a certe violenze:
8 gennaio 2010
All’Europarlamento, Premio Sakharov, petizione pro vita e dibattito sul Crocifisso nelle scuole.
ore 9:10
Fausta Speranza interviene in diretta da Strasburgo nello spazio di approfondimento mattutino di Rosario Tronnolone:
16 dicembre 2009
All’Europarlamento, Premio Sakharov, petizione pro vita e dibattito sul Crocifisso nelle scuole.
Fausta Speranza interviene in diretta da Strasburgo nello spazio di approfondimento mattutino di Rosario Tronnolone:
Speriamo di contribuire alla fine del circolo vizioso di paura e violenza che assedia i difensori dei diritti umani nella Federazione Russa: così il presidente dell’Europarlamento Buzek ha commentato la consegna del Premio Sakharov 2009 a tre attivisti russi dell’organizzazione Memorial per i diritti umani. Ma al Parlamento Europeo si discute anche della sentenza della Corte del Consiglio d’Europa sulla presenza del Crocifisso nelle scuole. Ci racconta tutto da Strasburgo l’inviata Fausta Speranza, che ha anche intervistato l’On. Roberta Angelilli: