Siena 26 gennaio 2015: audio della conferenza-lezione di Fausta Speranza
«Dignity, not charity», il presidente della Commissione Internazionale di Bioetica ha iniziato il suo discorso citando una frase di Papa Francesco (Napolitano lo ha visitato a sorpresa) stamattina a Tor Vergata, davanti agli ospiti e agli universitari. Premio Sakharov per la libertà di pensiero, e diritti umani di uomini e donne sono sul tavolo dell’Unione Europea da decenni. L’anno scorso questo ambitissimo premio lo ha vinto Malala: il trofeo ha spopolato anche in seguito al Nobel 2014. Il Nobel della ragazza pakistana che sfidò i talebani. Stamattina, però, in un ambiente confortevole e à la page, si è parlato anche di diritti dei più piccoli, proprio nel 25esimo anniversario per i Diritti dell’Infanzia. Quasi due bambini europei su cinque (uno su quattro in Italia), vivono in condizioni abitative inadeguate, con il tetto che perde, fondamenta, muri, pavimenti o infissi umidi e danneggiati. Come è stato sottolineato, la percentuale di minori a rischio povertà o esclusione sociale nei Paesi Ue, è cresciuta in media dal 55,3% al 61%, per i figli di genitori con un basso livello di istruzione. E va anche ricordato che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 24, riconosce il «diritto dei bambini e alle cure necessarie per il loro benessere».
Oggi, a Tor Vergata, oltre al vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, al presidente della Commissione Internazionale di Bioetica, al rettore Giuseppe Novelli, al professor Gustavo Piga, e alla moderatrice Fausta Speranza, c’era anche il Premio Sakharov 2005 Hauwa Ibraim, una donna dal carattere forte e delicato insieme, come soltanto l’altra metà del cielo può essere. Anche lei è sulla scia del pensiero diMalala, in quanto a lotte per il diritto all’istruzione. «Non abbiamo i libri, non abbiamo le classi, e questo non succede in nessun altro Continente. Dobbiamo andare oltre la retorica, in modo che tutti riescano a possedere le stesse qualità. Andiamo oltre i 50 mila euro che danno con il Sakharov. Abbiamo molte risorse, e possiamo diventare innovativi». Il professor Novelli ha inoltre fatto notare che «Grazie al progetto Dream, c’è stata una diminuzione del 70%, con un costo molto contenuto. Oggi abbiamo il 25esimo anniversario dei diritti dell’Infanzia, e abbiamo una diminuzione della mortalità. Ci occorre fare appello alla Scienza».
Il Premio Sakharov, visto che anche l’anniversario per i Diritti dell’Infanzia è stato inserito in questo contesto, è un premio ambitissimo. E la sua storia non nasconde qualche curiosità: l’anno scorso, oltre alla vittoria di Malala, ci fu anche la presenza di Farinas, il ventennale dissidente cubano, a cui tempo prima non fu permesso il viaggio a Strasburgo, che gli avrebbe consentito di ritirare il Premio. Quest’anno, accanto al medico africano, va sottolineata anche la presenza del Movimento Euromaidan, ucraino e antiscissionista. Di conseguenza fondamentalmente europeista (la diatriba dei leader europei di contestazione alla politica di Putin è storica). Non solo. Martedì il Pontefice sarà a Strasburgo, per il suo primo viaggio. E questo cade proprio in concomitanza con la consegna del Premio Sakharov: una vera e propria Festa, a cui parteciperà anche il Premier Matteo Renzi e, accanto a lui, i principali diplomatici europei e internazionali. Si «temono» manifestazioni, all’esterno del Parlamento Europeo: in primis quella delle Femen, che hanno assicurato la loro presenza in piazza San Pietro, poi in televisione, infine a Strasburgo, dove avrebbero annunciato di andare. La loro prima battaglia fu quella contro la prostituzione in Ucraina, accanto a ciò proteste «nude look», in senso stretto: esibizionismo come forma di protesta. Tutto ciò ha creato malumori nell’ordine pubblico, facendo in un certo senso «sfiorire» gli ideali delle femen. Martedì sarà anche un gran giorno: l’evento è eccezionale: sono tutti in attesa del discorso, che ricorda quello dei Grandi, da Malala all’Onu in su.
Simona Caporilli
21 novembre 2014
26 anni di sostegno a chi combatte in difesa della libertà di pensiero da parte del Parlamento Europeo, attraverso il Premio Sacharov. E 25 anni dalla nascita della Convenzione internazionale sui diritti dei minori. Tutto ciò alimenta il dibattito, il 21 Novembre 2014, all’Università Tor Vergata di Roma. Tra i partecipanti, la nigeriana Hauwa Ibrahim, Premio Sacharov 2005. Modera il dibattito in inglese Fausta Speranza
lo sguardo della chiesa, della storia, dell’informazione
video del convegno-dibattito:
Presidente del Pontificio Istituto di Scienze Storiche
direttore della Libreria Editrice Vaticana
direttore dell’Osservatore Romano
vaticanista della RAI (Tg1)
responsabile Nastroteca RAI
Il meglio in rassegna stampa:
in OSSERVATORE ROMANO del 16 Luglio 2013
Autentico comunicatore della fede. Erano appena passate le 10 di domenica 13 luglio 2003 quando, negli studi Rai di Saxa Rubra, subito dopo aver partecipato al dibattito sull’Angelus pronunciato la settimana prima da Giovanni Paolo II, moriva a ottantasei anni padre Carlo Cremona, il pioniere del giornalismo religioso in Italia.«È morto — scriverà Gianfranco Grieco su «L’Osservatore Romano» — sulla breccia come ha sempre desiderato. È morto dopo aver annunciato ancora una volta la Parola di Dio in televisione, lo strumento che lo ha fatto diventare “popolare” come padre Mariano da Torino. Lunga è stata la stagione radiotelevisiva di Padre Cremona che dagli anni Cinquanta, quando era parroco di Santa Maria del Popolo, vicino alla sede Rai di via del Babuino, ha incominciato a offrire a un pubblico sempre più vasto la Parola di Dio». E proseguiva Grieco nel suo ricordo: «Lavorava sodo padre Cremona. A questa fedeltà di lavoro che intendeva come “missione” perché la sua parrocchia era vasta quanto il mondo, non si sottraeva mai nell’annunciare la Parola di Dio. Dai pulpiti delle chiese, ai dibattiti; dalla radio e dalla televisione pubblica e privata a Radio Maria, sempre e dovunque, opportune et importune».A dieci anni esatti dalla scomparsa di Carlo Cremona, l’Unione Cattolica Stampa Lazio ha ricordato il sacerdote agostiniano con una tavola rotonda dedicata all’«Intellettuale di Dio». Organizzato da Fausta Speranza nella Sala Marconi di Radio Vaticana, l’incontro ha visto la partecipazione dell’arcivescovo Giovanni Marra, di padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, del direttore della Libreria Editrice Vaticana don Giuseppe Costa, del vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro, del responsabile della Nastroteca Rai Claudio Baldasseroni e del direttore del nostro giornale. Quattro le dimensioni importanti emerse dai ricordi personali e professionali legati a padre Cremona: il rapporto con sant’Agostino (di cui il religioso di Genazzano scrisse una biografia, ristampata ben dodici volte), il rapporto con l’arte, quello con Paolo VI — anche di Montini Cremona scrisse una biografia — e monsignor Pasquale Macchi (che alla scomparsa dell’amico sacerdote ne ricordò «la gioia di vivere, di credere, di realizzare la propria vocazione, di rendere al mondo quei doni che Dio ha seminato in ciascuno»), e, infine, il rapporto con il mondo del giornalismo. Fu un autentico comunicatore della fede, padre Carlo Cremona. E per una volta tanto non vi fu bisogno della sua scomparsa per apprezzarne il valore e l’impegno: il 20 dicembre 1978 Raimondo Manzini — che aveva diretto L’Osservatore dal 1960 all’inizio di quell’anno — raccontava sulle pagine del nostro giornale il colloquio avuto casualmente con un tassista romano, all’ora di punta. Tra auto, sorpassi, macchine e attraversamenti insidiosi, il tassista raccontò a Manzini cosa significassero per lui quei cinque minuti di trasmissione radiofonica il sabato a mezzogiorno. Cinque minuti in cui la voce di padre Cremona seminava nell’ascoltatore «sacerdotale esperienza, evangelica comprensione e umana pietà, senza peraltro concessioni a qualsiasi spirito di compromesso».
9 Maggio 2013 A 35 anni dal delitto Moro, resta aperto il caso più delicato della storia della Repubblica italiana. Sono ancora tanti i misteri e gli interrogativi intorno all’agguato e al sequestro del presidente del Consiglio, ucciso dalle brigate rosse il 9 maggio del 1978. A parlarne sono stati martedì storici e giornalisti, all’incontro organizzato dall’Unione Stampa Cattolica Italiana a Roma.
Spunto della riflessione è stata la presentazione del volume di Alessandro Forlani intitolato “La zona franca. Così è fallita la trattativa segreta che doveva salvare Moro”, edito da Castelvecchi. Incontro ideato e moderato da Fausta Speranza
video del convegno:
audio trasmissione speciale a RV, post convegno:
In vista della Giornata Internazionale della Donna, il 4 marzo 2013
l’Ucsi-Lazio ha organizzato un pomeriggio di riflessioni, testimonianze, brani letterari e musica
la Bellezza femminile oltre gli stereotipi dei media: ideazione e moderazione di Fausta Speranza
Costumi da bagno per bimbe di 8 anni con il pezzo di sopra imbottito, scarpe con tacco per 5 anni, bambine in Tv con movenze da veline: sono flash che fotografano la proposta di un modello di femminile-Lolita per minori sempre più giovani. Oltre all’uso becero del corpo femminile nei media, di cui si è già parlato, assistiamo a un tentativo di ‘scippo dell’infanzia’.
Denuncia, confronto ma anche un gioioso elogio di tanta Bellezza femminile trascurata dai media. Accanto a voci autorevoli del giornalismo, voci dal mondo dell’arte, della cultura, della scuola.
QUESTO IL VIDEO DELL’EVENTO:
PARTECIPANTI:
la direttrice d’orchestra Cinzia Pennisi,
l’attrice Daniela Morozzi.
la cantante Nadia Straccia, la fotografa Paola Casali,
la scrittrice Daniela Brancati, la chitarrista Antonella Tondi,
la pubblicitaria Donatella Consolandi,
la maestra elementare Elena Varriale, l’educatrice Suor Angela,
la consulente di immagine Sara Pirozzi,
la responsabile di Save The Children Italia Raffaela Milano,
il Portavoce Unicef Andrea Iacomini,
PierVirgilio Dastoli, presidente del Movimento federativo europeo
Carlo Mari, presidente Consulta Presidi provincia di Roma.
Nella convinzione che di femminile sia importante parlare tra donne e uomini, per una riflessione critica complementare.
l’8 marzo 2013 Fausta Speranza è invitata a Rainews per parlare dell’iniziativa:
in rassegna stampa si segnala l’articolo di Avvenire:
libro di nove giornalisti, tra cui Fausta Speranza
Dalla strage di Capaci al Concilio Vaticano II, passando per il delitto Pasolini, il colera del ’73, il nuovo meridionalismo e il Codice Da Vinci. Vanni Truppi, Carlo Puca, Luciano Ghelfi, Luca Maurelli, Carlo Tarallo, Tiziana Di Simone, Giuseppe Crimaldi, Fausta Speranza, Gianmaria Roberti hanno firmato i contributi, in bilico tra cronaca e narrazione, del libro pensato e scritto in tutte le parti introduttive da Melania Petriello.
Il prologo è del giornalista inviato Franco Di Mare e l’epilogo dello storico Fabrizio Dal Passo. Edimedia Edizioni.
-Al libro è liberamente ispirato lo short film “Al mio Paese”, con la regia di Valerio Vestoso, vincitore del ViDay 2012 (www.youtube.it/pensierolento)
e lo spettacolo teatrale Al mio Paese, con Sebastiano Nardone e la regia di Irma Immacolata Palazzo, in cartellone a Marzo 2013 al Teatro Eliseo.
-Dal libro Al mio Paese ha preso spunto il quotidiano La Repubblica per lanciare, sul suo sito, il concorso per studenti dedicato al tema della legalità: questo il link.
Tra le occasioni di presentazioni-dibattito, ne ricordiamo alcune partendo dalla più recente:
-A Monte di Procida, 11 Luglio 2013. Nell’ambito di un dibattito sulla cultura organizzato dall’Assessore Nunzia Nigro:
l’intervento di Fausta Speranza:
-All’Università Suor Orsola a Napoli, il 9 Aprile 2013
-A Strasburgo, in Francia, il 13 Marzo 2013
-A Benevento:
Intervento di Fausta Speranza
-A Napoli presso Circolo del Tennis, 19 giugno 2013:
La relazione di Fausta Speranza
-Presentazione a Roma:
-di seguito IL MEGLIO DELLA RASSEGNA STAMPA:
Argonauta, rubrica del GR1 Rai, dedicata a libri e cultura e condotta da Paolo Corsini:
A Radio Vaticana, Emanuela Campanile ha ospitato in diretta nel suo spazio di approfondimento culturale Fausta Speranza, Melania Petriello e Fabrizio Dal Passo:
Spingitori di cavalieri
San Galgano e “la spada” della disinformazione
Particolarissima giornata di riflessione sulla disinformazione religiosa con storici, scienziati, giornalisti organizzata da Ucsi Lazio e Toscana, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. A ideare il dibattito Fausta Speranza, che ha moderato i lavori con Antonello Riccelli, giornalista di Tele Granducato: rispettivamente vicepresidente per il Lazio e presidente per la Toscana dell’Unione stampa cattolica italiana.
Grazie alla collaborazione di Alessio Tommasi-Baldi potete vedere il video della manifestazione
Disinformazione su temi strettamente religiosi e su tematiche scientifiche che investono profondi valori etici. Di questo si è parlato al convegno intitolato “Spingitori di cavalieri. San Galgano e la spada della disinformazione”, all’Abbazia dedicata al Santo del XII secolo, in Toscana, con la partecipazione dell’arcivescovo di Siena, mons. Antonio Buoncristiani. Lo storico Eugenio Susi ha illustrato forzature e falsità dei media su San Galgano, non a caso preso come esempio emblematico. Intervenuti, tra gli altri, giornalisti di testate cattoliche e laiche, gli storici Francesco Salvestrini e Fabrizio Dal Passo, il critico televisivo Mariano Sabatini. Ha seguito i lavori per RV Stefano Leszczynski che ha intervistato mons. Antonio Buoncristiani:
-A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, si è preso spunto anche dal libro “Giornalismo e religione” di don Giuseppe Costa, don Giuseppe Merola e Luca Caruso, edito di recente dalla Libreria Editrice Vaticana, che mette sotto esame la stampa laica e la stampa cattolica. Delle cause della disinformazione e delle responsabilità, Stefano Leszczynski ha parlato a San Galgano con il presidente nazionale dell’Ucsi, Andrea Melodia:
-Il 20/10/2012 dall’Abbazia di San Galgano, Stefano Leszscynski è anche intervenuto in diretta insieme con altri relatori del convegno:
Chi non ha avuto mai la curiosità di andare dietro le quinte di un teatro o di aprire un giocattolo per capirne il funzionamento non può essere interessato. Chi invece ha la predisposizione mentale a farsi domande sul lato delle cose che non gli è più evidente è il benvenuto.
La “cosa” di cui parliamo è la Rete e dunque non ha una sua fisicità tradizionale, non ha sfaccettature né angolazioni, non si contiene in una dimensione. Piuttosto, si fa gioco delle barriere spazio-temporali. Ma ciò non significa che non abbia un suo lato più in ombra, che sfugge a chi si gloria di navigare con massima familiarità e disinvoltura. Di Internet l’utente conosce gli infiniti percorsi che gli si prospettano come scatole cinesi quasi all’infinito ma non conosce praticamente nulla dei meandri tecnici. Eppure i meccanismi di funzionamento, con le loro logiche determinate e non casuali, possono influenzare non poco la vita di una persona. Chi si gloria di varcare con un click digitale soglie illimitate di informazione o di comunicazione con altre persone dovrebbe porsi qualche domanda, riflettendo sul fatto che fa comodo a qualcuno che gli utenti ne sappiano meno possibile. Altrimenti ci sarebbe più informazione in giro sul lato oscuro della Rete.
Chi raccoglie e gestisce i dati che immettiamo ogni giorno sui social network è solo uno degli interrogativi possibili. Non cercare risposte significa abdicare ad un pezzo di sovranità personale proprio su quegli elementi di vita che si fanno sempre più intimi. Quanto siano vulnerabili i sistemi informatici che gestiscono settori critici della vita sociale è un’altra questione su cui riflettere. Come difendersi dalla precarietà delle reti wi-fi è un quesito ancora più direttamente legato al quotidiano. Le questioni aperte sono molte e molte altre, ma nell’era della comunicazione globale restano dominio di esperti e di hacker.
Il libro “Hacker Republic” ha voluto aprire squarci di riflessione negli utenti, sollecitando senso critico e responsabilità di un uso più consapevole della Rete. Incontriamo l’autore, Fabio Ghioni, esperto di sicurezza informatica, per un aggiornamento su questioni basilari e nuovi interrogativi. Per porgli tante domande.
A Bassano romano il 19 giugno.
Se il tuo senso critico non è troppo addormentato, non mancare.