La scacchiera Libano

Libano: una crisi da contestualizzare e da storicizzare

Chi gioca davvero la partita (aperta da anni) nella terra dei cedri?

A “Il mondo alla radio” su Radio Vaticana per parlare di  “Fortezza Libano” (Infinito editore)
 
30 Settembre 2024, Fausta Speranza ospite di Alessandro Guarasci:

https://www.vaticannews.va/it/podcast/rvi-programmi/il-mondo-alla-radio/2024/09/il-mondo-alla-radio-30-09-2024.html

link alla pagina rassegna stampa su “Fortezza Libano”

Fortezza Libano

Monsignor Arellano recensisce “Fortezza Libano”

 Fortezza Libano  nella recensione dell’Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Wfp, monsignor Fernando Chica Arellano

sulla rivista Urbaniana University Press, settembre 2024 https://www.urbaniana.press/fascicolo/uuj-2024–2/10099

Il libro “Fortezza Libano. Tra tensioni interne e ingerenze straniere” della dott.ssa Fausta Speranza, giornalista inviata dei media vaticani, è dedicato interamente al Paese che, oltre ad essere snodo di incontri, commerci e scambi culturali tra civiltà diverse, nell’antica lingua siriaca, era «il cuore di Dio» (p.9). I molteplici viaggi che questa audace giornalista vi ha compiuto sono stati tradotti in queste pagine. Il lettore ha modo di conoscere questo Paese che un tempo era il più ricco del Vicino Oriente mentre oggi è attraversato da conflittualità interne, ingerenze straniere e ripetute crisi politiche.

Edita da Infinito Edizioni e suddivisa in quattro capitoli, la pubblicazione è impreziosita dalla prefazione di Massimo Campanini, storico del Vicino Oriente arabo e della filosofia islamica, il quale ha ricordato che «l’anomalia libanese consiste nel fatto che era un’espressione geografica trasformata surrettiziamente in Stato dal colonialismo francese» (p.10), e dall’introduzione di Pasquale Ferrara, Direttore Generale per gli Affari politici e di sicurezza del Ministero degli esteri italiano, che ha definito quella del Libano la storia di un Paese coraggioso e tenace con un popolo che ha come maggiore virtù la resilienza.

Un modello di società prezioso

Fino agli anni Settanta, il biblico Paese dei cedri era uno Stato ricco, moderno, laico e modello di società plurireligiosa. All’interno dei suoi confini convivevano in maniera pacifica sunniti, sciiti e cristiani, oltre a diverse minoranze. Tuttavia, lo scenario è mutato quando, nel corso degli anni Settanta, il Libano è stato risucchiato nell’orbita dei conflitti tra Israele, i movimenti di liberazione palestinese e la Siria.

Con riferimento ai vari gruppi etnici e religiosi si sono cominciate a formare milizie appoggiate dai vari attori regionali e il Paese è entrato così in un lungo periodo di guerra civile durata dal 1975 al 1990. Spesso il Libano è stato considerato come un vaso di coccio tra vasi di ferro. In realtà, la giornalista ne ha parlato utilizzando il termine «fortezza» con cui ha voluto specificatamente fare riferimento alla capacità del Paese di resistere di fronte alle innumerevoli guerre, distruzioni e pressioni subite.

L’attenzione dei Papi

Dal libro, inoltre, emergono il forte legame che ha sempre unito il Paese dei Cedri e la Santa Sede e l’attenzione che i Pontefici contemporanei hanno rivolto a questa terra martoriata. Il primo Vescovo di Roma a recarsi in Libano fu Paolo VI nel 1964 il quale, durante la sua sosta a Beirut, aveva sottolineato che «il Libano prende il suo posto con onore nel consesso delle nazioni. Ci sembra opportuno ricordare con lodi le sue tradizioni religiose, antiche e venerabili. Non possiamo dimenticare, in particolare, tutto ciò che rappresenta per la Chiesa la fede delle popolazioni cristiane libanesi. E’  espressa nella diversità armoniosa dei riti, nell’abbondanza e nella varietà delle comunità religiose e monastiche, e in molteplici attività di natura apostolica, educative, culturali o caritatevoli» (p.116-117).

Nel 1997, Giovanni Paolo II visitò il Libano in occasione della pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale, Una speranza nuova per il Libano, del Sinodo speciale svoltosi nel 1995. In quel contesto, il Papa oggi Santo insistette «sulla necessità per i cristiani del Libano di mantenere e di rinsaldare i loro legami di solidarietà con il mondo arabo. […] Vivendo in una medesima regione, avendo conosciuto nella loro storia momenti di gloria e momenti di difficoltà, cristiani e musulmani del Medio Oriente sono chiamati a costruire insieme un avvenire. Un avvenire di convivialità e di collaborazione, in vista dello sviluppo umano e morale dei loro popoli» (p.118).

Nel 2010, fu Papa Benedetto XVI a presiedere un nuovo Sinodo dedicato al Medio Oriente e, nel 2012, a compiere un pellegrinaggio in Libano per consegnare l’Esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente in cui il Pontefice faceva un appello accorato a tutta la regione affinché vivesse in pace, non dimenticasse le proprie radici e guardasse al futuro con speranza.

Il riferimento è al Documento sulla fratellanza umana

Nonostante non ci sia ancora stato un viaggio ufficiale di Papa Francesco in Libano, in diverse occasioni, il Santo Padre ha ringraziato il Paese dal «cuore accogliente». Ha dato  ospitalità ai rifugiati. Inoltre il Papa ha ringraziato la comunità libanese «per mantenere l’equilibrio creativo – forte come i cedri – fra cristiani e musulmani, sunniti e sciiti; un equilibrio da patrioti, da fratelli» (p.119).

Il pontificato di Papa Francesco è stato caratterizzato fin dall’inizio da un’autentica apertura all’altro. In questa prospettiva, si è collocato il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato nel 2019 ad Abu Dhabi dal Santo Padre e dal grande imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib. Il Documento rappresenta una pietra miliare per la promozione del dialogo tra credenti. Assieme al concetto di fraternità, si diffonde quello di cittadinanza, fondamentale per costruire una convivenza pacifica. Alla luce del suddetto Documento, la dott.ssa Speranza ha definito il Paese «come un laboratorio privilegiato nel processo verso l’acquisizione piena del concetto di cittadinanza nel mondo mediorientale» (p.140).

Nel libro emerge lo spessore culturale del Paese dei cedri 

Nel volume Fortezza Libano, con grande abilità e accuratezza, l’autrice ha passato in rassegna la storia di questa striscia di terra, stretta tra Israele e Siria. ha raccontato il Paese anche nel suo spessore culturale e facendo riferimento a scrittori, poeti, intellettuali e artisti che testimoniano la profondità e la ricchezza della cultura libanese.

In definitiva, questo affascinante libro offre al lettore la possibilità di immergersi alla scoperta di questo Paese che profuma di gelsomini. Si attraversa un ricco quadro di riferimenti storici con la speranza che, come ha ricordato lo scrittore libanese Amin Maalouf, si possa realizzare il sogno di «un mondo in cui l’agnello e il lupo si abbeverano allo stesso ruscello» (p.174).

Fernando Chica Arellano

https://www.urbaniana.press/fascicolo/uuj-2024–2/10099

Fortezza Libano a “Incontri letterari” a Mesagne

 

INCONTRI LETTERARI 

23 luglio 2023  

 appuntamento  estivo con letteratura contemporanea e musica

incontro con gli Autori vincitori della XIX edizione del Premio Letterario Nazionale “CITTA’ DI MESAGNE”

–     Fausta SPERANZA  Premio Saggistica con “Fortezza Libano”

 

Fausta Speranza intervistata da Katiuscia DI ROCCO, direttrice Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” – Brindisi

 

–     Gabriella CINTI    1° premio Poesia edita con “Prima”

–     Marcello LOPRENCIPE  1° premio Narrativa con il romanzo “Olmo”

  • Ospiti:
  • Raffaele NIGRO, giornalista e scrittore, con il suo romanzo “Il cuoco dell’Imperatore”
  • Andrea SCARDICCHIO, docente e senatore Accademico Università di Lecce
  • Interviste e brevi letture dalle opere presentate
  • Momento teatrale di Rita GRECO, attrice e poetessa
  • Esposizione delle opere degli Autori presentati, a cura della libreria LETTERA 22 – Mondadori Bookstore
  • Interventi musicali del Ermanno CORRADO (Corrado Productions, violino)

 Conduzione: Flavio Dipietrangelo, Marina Poci, Pantaleo Ancora           AssistenzaSoci e Collaboratori Volontari della Associazione.

https://quimesagne.it/incontri-letterari-2/

Accesso libero.  In caso di avverse condizioni meteo, l’evento avrà luogo nell’Auditorium del castello

Centre international de Formation européenne e «Fortezza Libano»

Fortezza Libano è testo citato nell’ambito del corso 
Études méditerranéennes  
Centre international de Formation européenne (CIFE)
un’intervista a Fausta Speranza è pubblicata nella tesi
 di Ylenia Romanazzi  (Directeur du Mémoire: Matthias Waechter; Deuxième Directeur de Mémoire: Claude Nigoul, anno accademico  2021/2022)
sul tema:

La diplomatie du Saint-Siège au Liban

di seguito l'intervista a Fausta Speranza riportata nella tesi:

1. Dans la préface de votre livre “Fortezza Liban”, l’historien Massimo Campanini considère le système confessionnel libanais comme l’une des principales causes de l’équilibre précaire du “pays des cèdres”. Fausta Speranza,quel est votre point de vue à ce sujet?

Tout d’abord, je voudrais rappeler l’exquise compétence du professeur Campanini et combien sa perte est douloureuse. Sa préface n’est en fait pas en désaccord avec l’analyse que je présente dans le texte. Si le professeur se disait moins optimiste. Je clarifie ma pensée : il ne fait aucun doute qu’aujourd’hui, au Liban, est en jeu un nouveau projet de pays qui implique en quelque sorte la perspective d’un nouveau pacte national, plus centré sur l’idée et la pratique de la citoyenneté que sur la répartition des charges institutionnelles sur la base du confessionnalisme. Je crois moi aussi que l’enjeu n’est pas seulement un changement de gouvernement ou de politique, mais plutôt un changement de système. Le système politique confessionnel qui a certainement représenté pendant des années une ancre de stabilité a cependant montré ses limites. Il a reflété les humeurs des patrons étrangers et a été marqué par la difficulté de mener à bien des réformes vers un modèle plus durable. En effet, le système politique au nom du confessionnalisme est dominé par des alliances électorales ad hoc, constituées par des négociations et étudiées sur des compromis autour de certaines personnalités. De cette façon, des listes qui n’ont pas de base idéologique partagée apparaissent et, par conséquent, des groupes parlementaires bien identifiables font défaut.

À ce stade, je considère qu’il est nécessaire de développer une véritable conscience de la citoyenneté, c’est-à-dire la conscience d’être libanais avec le courage d’aller au-delà des appartenances confessionnelles. Jusqu’à présent, cela n’a pas été possible et je pense aussi qu’il est très délicat de penser ce qui devrait venir après une éventuelle déconfessionnalisation, comme l’introduction hypothétique du fédéralisme, d’un système électoral proportionnel.

Tout doit être en ligne avec les exigences les plus vraies de la population et au service du bien commun. La question vraiment brûlante est qu’actuellement le Liban est comme un échiquier après que d’autres jouent des matchs internationaux. Toute transformation risque d’être dictée par des stratégies étrangères et non dans l’intérêt des Libanais. Le dépassement du confessionnalisme est donc le bienvenu s’il ne devient pas un affaiblissement supplémentaire du pouvoir des citoyens sur leur destin. Il faut le faire mais en évitant les risques et surtout en conservant les meilleures inspirations qui ont conduit au confessionnalisme.

2. En juillet 2019, Raya al Hassan est entrée dans l’histoire en tant que première femme dans le monde arabe à être ministre de l’intérieur et des municipalités du Liban. Quels ont été, selon vous, les facteurs qui ont rendu le Liban unique dans le scénario méditerranéen?

Al-Hassan a également fait les gros titres en 2009, lorsqu’elle est devenue la première femme de la région à être nommée ministre des finances. Auparavant, il avait travaillé sur des programmes administratifs sous les auspices du Programme de développement des Nations unies et de la Banque mondiale. Sans aucun doute, dans le contexte des événements du Proche-Orient, les Libanais ont joué un rôle important dans la renaissance culturelle et politique du monde arabe grâce à l’épaisseur culturelle qui plonge ses racines dans les influences d’origine phénicienne, grecque, romano-égyptienne et française en plus d’être fortement influencé par une matrice islamique. Aujourd’hui, seule une saine planification de la paix, partagée à l’intérieur et à l’extérieur du territoire, peut endiguer de nombreuses logiques de domination et de nombreux risques. Et il est beau de penser que cette épaisseur culturelle est une ressource et que le féminin peut incarner précisément cette ressource en alternative idéale avec des logiques de pouvoir et de conflictualité.

3. La spécificité libanaise dérive de l’importance démographique des communautés chrétiennes sur l’ensemble de la population, en particulier l’Église maronite. Selon vous, quelle contribution cela peut-il apporter à la stabilité du pays?

La question ne se pose plus en termes numériques. Au-delà des mises à jour sur les pourcentages de chaque confession religieuse, je crois que le véritable potentiel des chrétiens est comme toujours la force du message. J’aime penser symboliquement à l’imposante statue au Sanctuaire de Notre-Dame du Liban ou Sanctuaire de Harissa, lieu riche de souvenirs et de tradition qui – caractéristique très particulière et émouvante – tient beaucoup à cœur non seulement aux catholiques.

On se retrouve musulman ou athée en prière et en recueillement. Harissa est une petite ville située à environ vingt-cinq kilomètres de Beyrouth, sur une colline surplombant la ville côtière de Jounieh à six cents mètres d’altitude.
La grande statue blanche de la Vierge apparaît du haut de la colline : elle a les bras ouverts et est tournée vers la mer. Sur le flanc de la colline on voit le siège patriarcal de l’Eglise d’Antioche des maronites à Bkerké; au sommet, le couvent des pères missionnaires de Saint Paul, appartenant à l’Eglise grecque melkite catholique; un peu plus haut, à quelques centaines de mètres, le siège de la Nonciature apostolique au Liban et à proximité du couvent des Franciscains; plus loin, celui de Chargé, siège du Patriarcat syro-catholique, tandis que sur la colline de Bzommar se trouve le Patriarcat arménien-catholique.

La vallée ci-dessous est spectaculaire et la vue de nombreux pèlerins, chrétiens et musulmans, est touchante. Voilà, je crois que c’est dans cette étreinte idéale qu’il faut imaginer la contribution des Maronites.

Le pape François, lors de l’audience aux évêques de l’Église d’Antioche des maronites, libanais et de la diaspora, en visite ad limina le 20 novembre 2018, a déclaré: “Merci à la communauté libanaise pour maintenir l’équilibre créatif – fort comme les cèdres – entre chrétiens et musulmans, sunnites et chiites; un équilibre de patriotes, de frères”. On ne peut pas mieux s’exprimer sur la contribution que l’Eglise maronite peut apporter.

4. Au cours de l’histoire, plusieurs papes se sont successivement rendus dans le pays des cèdres. Comment ont changé, selon vous, les relations diplomatiques entre le Saint-Siège et le Liban?

Je ne pense pas être en mesure de répondre correctement à cette question. Je peux seulement dire que le message de paix est toujours le même, mais le paysage de toute la région a changé: le Liban est un petit pays qu’il faut regarder en tenant compte du contexte régional. Au cours des dernières années, en particulier des dix dernières années, les chrétiens y sont de plus en plus persécutés, des communautés entières ont dû quitter leurs maisons, même de manière brutale. C’est un élément qui, je crois, a dû être pris en compte dans le temps.

 

Bibliographie

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Al Monastero di San Charbel con Ferrara e Zanzucchi

Con il Superiore della Procura dell’Ordine Libanese Maronita (Olm) Padre Miled Tarrabay, l’Ambasciatore Pasquale Ferrara e il giornalista-scrittore Michele Zanzucchi hanno presentato, al  Monastero di San Charbel a Roma, il 19 novembre 2020, il libro edito da Infinito Edizioni a luglio 2020, Fortezza Libano:

Una sintesi della presentazione in una videoclip di 4 minuti:

Una sintesi di 32 minuti:

Un grazie di tutto cuore a padre Miled, a Ferrara e a Zanzucchi.

E un pensiero forte al professor Massimo Campanini, che ha impreziosito il volume con la sua prefazione, che aveva organizzato con noi questa presentazione, ma che purtroppo ci ha lasciato il 9 ottobre 2020. Con profondissima stima e sincero affetto conserviamo l’eredità ideale dei suoi libri e teniamo caro il ricordo di uno studioso rigoroso, appassionato, aperto al dialogo e cordialissimo. Un testimone di bella umanità anche nella dura prova della malattia. Un’anima spirituale in cerca di significati di Amore che sentiamo sempre vicina.

Alla Sapienza si parla di Fortezza Libano

Il Paese dei cedri e Fortezza Libano al centro della lecture alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Sapienza di Roma, l’11 novembre 2020. Un’iniziativa del Professor Paolo Sellari, direttore del Dipartimento di Geopolitica.

Saluto introduttivo di Sellari:

Due ore in cui sono intervenuti, dialogando, il Professor Gianfranco Lizza, nel comitato scientifico dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), già docente di Geografia politica ed economica proprio alla Sapienza, e  Fausta Speranza:

Prima parte Lizza:

Seconda parte Lizza:

Parte prima Speranza:

Parte seconda Speranza:

Parte dialogata 1:

Parte dialogata 2:

Parte dialogata 3:

Parte dialogata 4:

Nella rubrica #40Secondid’Autore

Tempo di un #caffè? Addolciamolo con #40secondidautore, la mia #rubrica in #collaborazione con @infinitoedizioni. Oggi torniamo ad incontrare @speranzafausta.
🔸D: Fausta è?
🔸R: “Una donna piena di debolezze che a volte scopre una forza straordinaria”.
🔸D: Perché #fortezzalibano?
🔸R: “Perché mi sono innamorata di un Paese che resiste all’odio identitario e alla banalità”.
🔸D: Se io volessi leggerti?
🔸R: “Ti tufferesti nell’angolo di mondo che conserva Bylos la più antica città abitata in continuità della storia e che resta teatro delle più cruciali dinamiche geopolitiche attuali”.
🔸D: #leggopensosono quando…
🔸R: “Mi incuriosisco per un orizzonte nuovo di comprensione del reale e quando mi stacco da terra sul tappeto volante della letteratura”.
A presto con “40″ D’AUTORE”
@leggopensosono