Corte Penale Internazionale

Con il giuramento di 18 giudici di 4 continenti, oggi, 11 marzo 2003, nasce all’Aja il gruppo di lavoro della Corte penale internazionale. Alla presenza del segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, e della regina d’Olanda, i giudici, che resteranno in carica nove anni, giurano solennemente nella “Sala dei Cavalieri” del Parlamento olandese che ospita la sede della Cpi. Dal 1998, anno in cui la Corte veniva istituita, con il Trattato di Roma, finora 89 Stati ne hanno ratificato lo Statuto. Proprio oggi il Consiglio d’Europa ha lanciato un appello a tutti i governi del Pianeta che ancora non vi hanno aderito a farlo “senza indugio”. La Corte si ocuperà espressamente di crimini di guerra, crimini contro l’umanità, genocidi, rispondendo a un’esigenza di giustizia sovranazionale che già che nel 1948 era stata sottolineata da una Risoluzione dell’ONU. Un cammino importante, dunque, è stato compiuto ma restano alcuni interrogativi. Lo sottolinea, nell’intervista di Fausta Speranza, il prof. Luigi Bonanate, docente di relazioni internazionali all’Università di Torino.

11 marzo 2003

 

2001 G8 a Genova

Prima dei tragici sviluppi del G8 del 2001 a Genova, per approfondire alcuni dei tanti temi che faceva emergere, abbiamo realizzato una trasmissione speciale in diretta. Davvero speciale anche perchè frutto della collaborazione tra me e un altro collega italiano e rispettivamente altri due francesi e inglesi. Alcuni in studio, altri a Genova. Ne ripropongo qui la registrazione integrale:

21 luglio 2001

Romano Prodi 02/2001

La Carta dei diritti fondamentali e l’avvio dell’euro sono le più significative novità che l’inizio del Millennio ha portato all’Unione Europea. La moneta unica dei 15 Paesi membri per un anno affianca nelle operazioni finanziarie le monete locali. Da gennaio 2002 sarà moneta corrente ancora parallelamente a quelle tradizionali, ma solo fino a marzo dell’anno prossimo, quando diventerà l’unica valuta del vecchio continente. L’Euro è il simbolo di un’Unione che non può essere, però, solo economica ma anche culturale e istituzionale. E’ questo l’obiettivo della Carta dei diritti dei cittadini votata nell’ultimo vertice di Nizza, a dicembre scorso. Intende difendere i diritti fondamentali della persona, contro ogni forma di discriminazione, sfruttamento, abusi. Ma questa Carta si può considerare davvero la baseper la Costituzione dell’Europa unita? Risponde, nell’intervista di Fausta Speranza, Romano Prodi, presidente della Commissione Europea.

4/02/2001

Incontro con Padre Cremona

In occasione dell’anno 2000 e del millenario giubileo, ho realizzato diverse interviste ad alcune personlità. Mi accorgo che ho conservato solo questa, una lunga conversazione con il giornalista scrittore agostiniano Carlo Cremona. E’ la riflessione arguta e appassionata di un credente che non  abdica dalla sua natura di intellettuale.

3 dicembre 1999

Nuovi media: intervista a Derrick de Kerchhove, 1997

Cercando di riflettere sul valore della comunicazione ho partecipato a convegni e realizzato diverse interviste con i massimi esperti. Ho conservato questa lunga conversazione con Derrick De Kerckhove, realizzata nel 1997 quando internet stava diventando una realtà per tanti.

del 3 marzo 1997

50 ANNI FA, LA LIBERAZIONE DELL’ITALIA DALL’OCCUPAZIONE NAZISTA

L’intenso dibattito politico intorno ai risultati delle elezioni amministrative cade in un anniversario d’eccezione per la Repubblica italiana: 50 anni dalla liberazione dall ‘occupazione tedesca. E’ passato, infatti, mezzo secolo dal 25 aprile del 1945, data-simbolo della vittoria della Resistenza e della conclusione, per l’Italia, della II guerra mondiale. Il servizio di Fausta Speranza:

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Il 25 aprile del 1945, Milano e Genova insorgono, cacciando i tedeschi; con la liberazione, il 28, di Torino da parte delle forze alleate, la vittoria sugli occupanti è sancita, dopo 20 mesi di resistenza, vissuti diversamente nelle varie regioni d’Italia. Gli alleati, infatti, sbarcano in Sicilia nell’estate del 1943. Nel settembre dello stesso anno c’è la firma dell’armistizio da parte di re e  governo, la dichiarazione ufficiale di guerra contro i tedeschi, lo sbarco degli americani a Salerno. Il sud. dunque, viene in tempi relativamente rapidi strappato dalle mani dei nazisti .

Più lunga la lotta al centro: solo il 4 giugno del 1944, viene liberata Roma. Straziante, poi, l’agonia nella parte settentrionale della penisola che, prima dello sfondamento della linea gotica, negli ultimi mesi del ’44 e nei primi del ’45 è teatro delle più feroci rappresaglie dei nazisti, ormai sulla via della disfatta.

La storia della resistenza, dunque, è la storia delle diverse esperienze vissute sul territorio italiano. ma è anche e soprattutto storia di unità, quell ‘unità che le più diverse forze politiche trovano nel combattere il nazismo e la dittatura e nel fondare, poi, la Repubblica. Come spiega il professor Pietro Scoppola, docente di storia contemporanea all ‘Università “La Sapienza” di Roma, e autore del volumetto: “25 aprile. Liberazione”, pubblicato di recente da Einaudi:

Il modo in cui la guerra si è conclusa ha contribuito ad accentuare differenze già esistenti nel nostro Paese. Ma al di sotto di questo, c’è da scoprire e valorizzare un elemento unitario, che è quello di un coinvolgimento profondo e vitale di tutti gli italiani. E bisogna soprattutto rileggere il passsato secondo la grande intuizione di don Giuseppe Dossetti, uomo che ha fatto la resistenza ed è stato fra gli esponenti più significativi dell’assemblea costituente, oggi monaco. Il quale, ripensando a quel passato, ha individuato e ha indicato il nesso stretto tra liberazione e costituzione repubblicana, fra evento epocale rappresentato dalla guerra e la rifondazione della convivenza sui grandi valori della Costituzione, alla quale – come noto – i cattolici hanno dato un contributo decisivo.

A questo proposito, a mezzo secolo di distanza, nuove letture storiografiche sembrano superare le polemiche sull’attendismo della Chiesa e dei cattolici. Ancora il Prof. Scoppola:

Un grande storico di formazione laica crociana, Federico Chabod, ha paragonato il ruolo che la Chiesa svolge in particolare a Roma negli anni dell’occupazione tedesca a quello che svolse al tempo delle invasioni barbariche, nei primi secoli cristiani, negli anni del disfacimento dell’Impero romano. Questo per dirle quanto anche in una cultura di ispirazione laica ci sia stato di sensibilità a questo ruolo della Chiesa. Non dobbiamo andare a misurare quanto si è sparato, quanti sono stati i corpi militari di estrazione cattolica o di estrazione della sinistra. Dobbiamo chiederci, piuttosto, e capire quale sia il contributo qualitativo che la presenza cattolica e cristiano ha portato a questo grande movimento della resistenza morale di tutto il popolo. Ha contribuito a ricostituire il tessuto etico della convivenza. E senza convivenza non c’è democrazia, non c’è possibilità di ricostruire la democrazia. La democrazia, infatti, non si ricostruisce semplicemente sparando, partendo dalle armi. Si icostruisce con uno sforzo in positivo.

UNA MOSTRA A RIMINI SUI POPOLI DEL MAR NERO

 APPORTATORI IN OCCIDENTE NON SOLO DI RIVOLGIMENTI, MA ANCHE DI DINAMISMO E CIVILTA’

– Ai nostri microfoni, il Prof. Giancar10 Susinio –

“Dal Mille al Mille: ori dei popoli del Mar Nero” è il titolo del1a grande mostra sui tesori delle genti delle steppe, allestita a Rimini – su iniziativa del Meeting per l’Amicizia fra i popoli – presso la Sala del1 ‘Arrengo e il Palazzo del Podestà, fino al 25 giugno prossimo. Il servizio di Fausta Speranza:

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Il Mar Nero, il cosiddetto “grande catino” con un imbuto verso il Mediterraneo, ha tre versanti: quello meridionale, l’Anatolia, che ha conosciuto culture imbevute del mondo greco, il dominio persiano, l’ellenismo; il versante orientale, dominato dal Caucaso, dal quale spuntano popoli lontani quali gli armeni; il versante europeo, dove trovano sbocco grandi fiumi, tra i quali il Danubio, e dove l’ampia penisola della Crimea rappresenta un avanposto tra Europa e Asia. Proprio dei popoli che abitarono ìl versante europeo si occupa la Mostra a Rimini, ricca di materiali che provengono da rinvenimenti recentissimi.
Pensando ai popoli di questa zona, ci vengono subito in mente le invasioni in Occidente e forse solo immagini di devastazione e distruzione. Che cosa c’è, invece, da sapere di questi popoli lontani e favolosi? Quali le loro caratteristiche? Lo chiediamo al prof. Giancarlo Susinio, ordinario di Storia antica all ‘Università di Bologna, membro de1l ‘Accademia Nazionale dei Lincei ed esponente parte del Comitato scientifico della Mostra:

E’ vero. Portano rivolgimenti, portano tante cose che noi conosciamo come devastazioni, ecc. Portano anche energie nuove e soprattutto – a mio parere – portano la conoscenza della possibilità di muoversi con una tecnica e un modulo nuovo. Per esempio, il cavallo. Mi domando, la cavalleria, come noi la conosciamo nel Medioevo, quale profonda ispirazione ha ricevuto dal costume del movimento di questi popoli? Poi, un’altra cosa: sono popoli abituati a lavorare i metalli preziosi e portano delle tecnologie di lavorazione che per la metallurgia sono davvero importanti. Non li possiamo considerare esclusivamente come nomadi nelle loro
scorrerie di tenda in tenda, ecc. ma anche come popolazioni che si attestano con città in simbiosi, un sincretismo con gli elementi greci, con gli elementi romani, con la cultura bizantina. Sono protagonisti a un certo momento, per esempio in Crimea, dei santuari – nella prima evangelizzazione cristiana – che sono degli autentici insediamenti civili.

CENTO ANNI FA IL BREVETTO DEI FRATELLI LUMIERE

Oggi un nuovo strumento informatico a servizio degli aspetti culturali del cinema

– Intervista con Andrea Piersanti –

100 anni fa, come ieri, il 13 febbraio 1895, veniva registrato il brevetto del cinematografo da parte dei fratelli Louis e Auguste Lumière. inventori e industriali nel campo della fotografia. Il servizio di Fausta Speranza:

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Quando nel 1894. i Fratelli Lumière scoprono il cinetoscopio di Edison, in una bottega del Boulevard Poissoniere, a Parigi, la macchina cinematografica è praticamente pronta. L’apporto, dal punto di vista scientifico, dei famosi fratelli è in realtà poca cosa: un procedimento di trascinamento periodico della pellicola, ispirato al funzionamento della macchina da cucire. Pertanto. dopo il brevetto del fonografo nel 1887 e quello del cinetoscopio nel 1893, praticamente bisogna inventarne un impiego.
Sta qui la genialità dei fratelli Lumière: mettere insieme un proiettore ed uno schermo in una grande sala che raccoglie persone, attratte e stregate da “animate scene”. Esattamente i l cinermatografo. Con loro, dunque, l’evento culturale è compiuto.

Oggi la straordinaria moderna arte del XX secolo riceve un ennesimo regalo dalla tecnologia: un piccolo disco ottico in cui sono memorizzati dati, foto, stralci di recensioni critiche di più di 35 mila film di tutto il mondo. Si tratta del CD-ROM intitolato “Cine-enciclopedia 2”, realizzato dall’Ente dello Spettacolo e da Editel, con la collaborazione del Dipartimento spettacolo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Su questa iniziativa editoriale, praticamente unica al mondo, ascoltiamo il presidente dell’Ente dello Spettacolo, Andrea Piersanti …

R. – Si possono fare ricerche in tutti i possibili campi di interrogazione di una scheda cinematografica. In questo dischetto sono contenute le schede filmografiche di più di 35 mila film, italiani e stranieri, prodotti a partire dal 1928, a partire cioè dall’avvento del sonoro nella tecnica cinematografica. Si possono cercare informazioni partendo dal titolo italiano, dal titolo originale, dal nome del regista, dall’anno di produzione, dal nome degli attori, da parole – ed è questa la novità più interessante – contenute nelle sinossi, cioè nelle trame dei film. In poche frazioni di secondi il “software” che fa muovere questo CD-ROM tira fuori tutte le schede dei film, dove compare quella determinata parola.

D. – Quale importanza attribuire al mettere insieme e archiviare tali dati ed informazioni sul cinema?

R. – Secondo indagini serissime, commissionate da produttori e distributori, il pubblico cinematografico è sempre più attento all’aspetto culturale dell’evento cinematografico. Di consenguenza, questo pubblico vuole saperne di più. Uno strumento come questo permette di soddisfare le curiosità e permette quindi anche di contrastare quel terribile “effetto marmellata”, che la programmazione in Italia di 7 mila film l’anno – tanti ne sono stati censiti dalla nostra rivista del cinematografo – induce dal piccolo schermo.

IL SENATO APPROVA LA LEGGE ANTI-CRIMINE DI CLINTON

LEGGE CHE CONTEMPLA L’ESTENSIONE DEI REATI PUNITI CON LA PENA DI MORTE

– Servizio di Fausta Speranza

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Il Senato americano ha varato. con 61 voti a favore e 38 contrari. la legge anti-crimine presentata dal presidente Clintono già approvata domenica scorsa dalla Camera dei rappresentanti e che ora passa alla Casa Bianca per la firma. Sono stanziati fondi per 30 miliardi di dollari in 6 anni. In Particolare, si prevedono ltassunzione di 100mila ufficiali di polizia, la costruzione di nuove carceri. l’attuazione di programmi di prevenzione anti-crimine e anti-droga.

La legge. inoltre, vieta la vendita di 19 tipi di armi semi automatiche. cosiddette da guerra, che finora potevano essere acquistate e possedute senza difficoltà.

Ma il piano anti-crimine prevede anche l’estensione della pena di morte ad altri 60 reati e rende obbligatorio l’ergastolo nel caso di imputati riconosciuti per tre volte colpevoli di delitti contro la persona.

Su quest’ultimo punto, non secondario, ascoltiamo il commento del portavoce della Sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Noury.

R. – Il giudizio di Amnesty International è negativo; negativo perché negli Stati Uniti, da diversi anni a questa parte,  vi è un movimento a favore della pena di morte, che non è un movimento soltanto di opinione pubblica – purtroppo – ma è un movimento politico, di singoli governatori e delle autorità federali. Il presidente Bill Clinton, in campagna elettorale, precedentemente alla sua elezione, aveva dichiarato di essere favorevole alla pena di morte; successivamente. dopo la sua elezione. si è battuto perché l’ampliamento della pena di morte diventasse un atto legislativo. e la realtà oggi è che la pena di morte viene prevista per altri 60 reati con conseguenze facilmente immaginabili in termini di aumento delle esecuzioni. Il tutto si svolge nel contesto statunitense in cui la criminalità è in aumento.
Questo sembra confermare i dati di Amnesty, dati di numerosi studiosi e criminologi statunitensi, secondo i quali la pena di morte non possiede alcun particolare effetto deterrente. Laddove è maggiormente applicata, infatti, è il caso del Texas. spesso coincide con tassi di criminalità particolarmente elevati.

D. – Riccardo Roury, pochi dati per dare un’idea sull’applicazione della pena di morte •••

R. – Negli Stati Uniti la pena di morte, oggi, è applicata in 37 Stati; in più, vi sono le leggi di pace e le leggi di guerra federali. Ogni anno vi sono almeno 38 esecuzioni: questo è il record fino ad oggi, raggiunto nel 1993. E’ un record che, purtroppo, dovrebbe essere battuto nel ’94, in quanto a metà agosto le esecuzioni erano già state 23. Sono dati che preoccupano non solo per la quantità, ma anche per la qualità delle esecuzioni. Alcuni Stati, ad esempio, che reintroducono la pena di morte, come il Kansas, e poi l’applicano quasi immediatamente. Ci sono minorati mentali, minorenni mandati a morte. Addirittura, persone sono mandate a morte con dubbi più che fondati sulla colpevolezza della persona uccisa.

D. – Si parla sempre di Stati Uniti: ma la situazione qual è nel resto del panorama mondiale?
R. – La situazione, da qualche anno a questa parte, purtroppo è brutta. Vi sono stati Paesi che hanno reintrudotto la pena di morte, come ad esempio le Filippine; Paesi che hanno ripreso le esecuzioni dopo anni, come il Giappone, come l’Algeria, come il Kuwait; Paesi che hanno aumentato l’applicazione della pena di morte, estendendo il numero dei reati per i quali è prevista la pena capitale, come il Perù. Il movimento abolizionista, in questo periodo, non sta cogliendo buoni risultati. L’ampliamento del numero dei reati con pena capitale negli Stati Uniti conferma una tendenza negativa verso la riapplicazione, l’uso sempre più frequente della pena di morte nel mondo. L’unica eccezione di questo periodo riguarda il continente africano, dove diversi Stati, in un contesto in cui si tende sempre più alla democrazia in questi Paesi, hanno abolito la pena di morte, mentre altri ancora vi stanno provvedendo. Ma diciamo che, nel mondo cosiddetto occidentale o Primo Mondo, l’unico dato pOSitivo di questi ultimi tre anni è arrivato dalla Grecia, che ha abolito definitivamente la pena di morte, anche dal proprio codice militare, nel dicembre del ’93.

Festeggia 50 anni, il Centro Sportivo Italiano

UNO SPORT PER CANTARE LA VITA“: E’ LO SLOGAN SCELTO DAL
CENTRO SPORTIVO ITALIANO PER FESTEGGIARE I 50 ANNI DI ATTIVITA’
Servizio di Fausta Speranza –

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 Festeggia 50 anni, il Centro Sportivo Italiano: lo fa in relazione al giugno del ’44 quando, subito dopo la liberazione di Roma, viene fondato dalla Gioventù Italiana di Azione Cattolica. In realtà, però, è l’ideale prosecuzione della FASCI, la Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche, fondata nel 1906 e costretta dal regime fascista a sciogliersi nel 1927.
L’intento di base è la promozione dell’attività sportiva presso il maggior numero possibile di persone, e, certamente, in modo particolare, presso i giovani.

E, perseguendo tale obiettivo, il CSI è cresciuto, fino a contare oggi Il.000 società sportive e 550.000 aderenti: con una uniforme presenza sul territorio mediante 20 consiglieri regionali e 158 Consigli provinciali.

Rispecchiando le diverse realtà sociali, economiche e culturali delle varie regioni, il CSI persegue in ogni caso lo obiettivo di educare attraverso lo sport.

Ma qual è il segreto ~he rende lo sport via privilegiata per imparare a “cantare la vita”, come recita lo slogan del Meeting? Innanzitutto, la capacità di aggregazione, come spiega il Presidente Nazionale del Centro Sportivo Italiano, Donato Renato Mosella.

“Lo sport diventa mezzo di comunione, ogni volta che ci si incontra per allenarsi, per andare a fare una gara, ma anche per ritrovarsi la sera, per fare il punto, per organizzare al meglio la sede, la struttura per prepararre e attrezzare il campo. In più, lo sport ha delle grandi potenzialità ludiche, proprio di gratificazione psicologica pernaIe, di creatività, di spontaneità, perché ogni disciplina, ogni gesto sportivo, ogni linguaggio motorio è qualcosa di nuovo che sboccia in ogni momento. In questo senso, noi crediamo che lo sport sia educazione alla pace, alla tolleranza~ proprio per quello che avviene nella dinamica delle organizzazioni sportive.”

Ma perché la pratica sportiva riesca ad insegnare l’equilibrio tra giusta spinta alla competizione e consapevolezza dei propri limiti, qualcosa non deve essere trascurato ••• ribadisce lo stesso presidente nazionale del CSI.

“Noi crediamo che la grossa fatica sia quella di non trascurare mai la persona. Ogni qualvolta ci si allontana dalla persona, per cui si fa lo sport per il risultato, per lo sponsor, per i quattrini, si degenera. Ogni qualvolta, invece, si impegnano pensando che quello che facciamo, aiuta la persona, è in funzione della persona tutta, indipendentemente da quello che rende da quello che dà e da quello che offre, noi riusciamo a creare queste condizioni minime indispensabili in cui lo sport diventa un’occasione di gratuità, untoccasione di incontro di scambio e anche di benessere.